Un’enorme colonna di fumo ha invaso il cielo di Torino ieri mattina suscitando allarme tra i cittadini preoccupati per la propria salute. L’odore di bruciato, scaturito dall’incendio di rifiuti elettrici, divampato all'interno del capannone della ditta Transistor (controllata dalla cooperativa sociale Arcobaleno) in via Veronese 202, è stato avvertito un po’ in tutta la città.
L’incendio
La nube di fumo nero ha iniziato ad alzarsi dal tetto del magazzino alle 6.30 del mattino di ieri e le fiamme sono state domate dopo circa otto ore grazie all’intervento dei vigili del fuoco che hanno impiegato cinque squadre, tra questi anche esperti del nucleo biologico chimico radiologico(Nbcr). Una donna che stava effettuando le pulizie nel capannone è rimasta lievemente intossicata ed è stata trasportata al San Giovanni Bosco per accertamenti. In via precauzionale è stata evacuata una scuola materna nelle vicinanze. Al momento non si conosce ancora la causa dell’incendio, anche se la ditta Transistor si sarebbe appena trasferita nel nuovo stabilimento di Leinì lasciando i rifiuti all’interno.
Le rilevazioni Arpa
Sul posto sono intervenuti anche i tecnici dell’Arpa per effettuare i monitoraggi ambientali riscontrando all’interno della struttura valori inquinanti fino a cinque volte superiori alla media: «I valori dei composti organici volatili, all'interno del perimetro della ditta erano di circa 500 ppb (parti per bilione), all'esterno tra i 200 e i 250 e nelle zone di ricaduta dove sono stati fatti i monitoraggi intorno ai 100-150 ppb. I valori nel resto della città sono tra gli 80 e i 90 ppb». «Lo stato di emergenza - aggiungono dall'Arpa - ha riguardato le prime ore del mattino ma poi è rientrato».
Le raccomandazioni
«Abbiamo raccomandato a tutta la cittadinanza, a livello precauzionale, di tenere le finestre chiuse e di indossare la mascherina all’aperto fino al termine dell'emergenza - spiega l’assessore all’Ambiente Alberto Unia -. L’odore di plastica bruciata si è sentito soprattutto nella zona sud-ovest a causa del vento forte».
Le proteste
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Nonostante le operazioni di spegnimento siano andate a buon fine, non è stato possibile impedire al fumo di fuoriuscire copioso dal tetto e disperdersi in tutta la città, facendo scattare numerose proteste tra i torinesi preoccupati per la propria salute. L’odore di plastica bruciata ha raggiunto un po’ tutti i quartieri verso sud, «anche a Vinovo» spiegano gli abitanti. Molti residenti di Madonna di Campagna inoltre segnalano ritardi nella comunicazione della protezione civile: «Abbiamo tenuto finestre aperte e le mascherine abbassate per oltre metà mattina».
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