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21 Dicembre 2021 - 08:00
Un’auto accosta davanti a un passo carraio. Scendono quattro ragazzi: «Andiamo a vedere via Genova». Sono le 2.40 di notte. A quell’ora i giovani sono in discoteca o nei locali. E invece, bisogna andare a vedere la gru crollata. In piena notte, al gelo, si forma un capannello di giovani che si fanno selfie e fotografano la gru spezzata in due, l’Alfa Mito in mezzo alla strada e i detriti. Ragazzi e ragazze, mischiati ai pompieri che fanno il turno e staccheranno alle 8. Arriva pure un mezzo della Croce verde, gli operatori scendono, guardano e ripartono. Luigi Grillo, edicolante a pochi passi dal luogo della strage, conferma tutto: «Quando apro alle 5, vedo giovani che sbirciano dalle transenne, e di giorno il via vai è continuo».
È il dark tourism, il turismo del macabro. Via Genova come l’isola del Giglio, la gru spezzata come il relitto della Costa Concordia. «Sì, sembra di essere alla Concordia», dice un anziano. O al Mottarone, quando a settembre due ragazzi per fare colpo sulle fidanzate erano andati a curiosare tra cavi e lamiere della funivia, beccandosi la denuncia. In via Genova è lo stesso, e durante il giorno i due incroci con via Millefonti e via Giaglione si riempiono di “guardoni”. Pure famiglie con bambini, ciclisti, rider, e ovviamente anziani, gli “umarell” per eccellenza. Poi, c’è chi arriva anche a lasciare omaggi. Tanti i biglietti: “Basta vittime sul lavoro”, “Siamo tutti colpevoli, riposate in pace”. Anche direttrice e staff delle Poste, ieri chiuse, lasciano fiori e un messaggio: “Sarete per sempre i nostri angeli”. Non mancano i biglietti con polemica: “Se si vigilasse sulla sicurezza del lavoro come si vigila sul Green Pass, l’Italia sarebbe un paese migliore”, recita un foglio. Vicino a fiori e biglietti c’è pure un rosario, e almeno una ventina di lumini. Altri sono stati messi sui balconi, l’altra sera, dagli abitanti di Nizza Millefonti per ricordare le tre vittime.
Quartiere che intanto prova a tornare alla normalità. Qualche negozio ha avuto l’ok per riaprire. Una richiesta fatta dai commercianti «con molta delicatezza», così ieri in consiglio comunale l’assessora al Lavoro, Gianna Pentenero. Ancora inagibili i portici tra i civici 110/C e 112/A ad est e 111/A e 115/A ad ovest. «Purtroppo questa tragedia ha penalizzato anche i commercianti», dice Vitale Pinelli, residente. Lina, barista del Chicco Dorato, da giorni porta pizze e cornetti ai pompieri: «Ma è solo un piccolo gesto rispetto al grande lavoro che fanno per noi».
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