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I grandi gialli del Piemonte

torino vecchia
LO SCANDALO DEL PRESUNTO “LUNA PARK BLASFEMO”. Nel Natale 1953 fece scandalo la notizia di un presunto “luna park blasfemo” allestito nel giardino al centro della rotonda di piazza Robilant. Nel 1953 Torino era una città ancora profondamente cattolica: una morale diffusa condannava il turpiloquio e la bestemmia. Quando le maestre della scuola Santorre di Santarosa sorpresero un bambino intento a bestemmiare, considerarono la cosa della somma gravità. Anzi: si allarmarono, perché questa brutta abitudine coinvolse anche altri bambini dell’istituto.

La domanda sorse spontanea: chi aveva insegnato ai pargoli a bestemmiare? I bambini, interrogati, indicarono i giostrai che stazionavano nella piazza: un uomo con la barba li avrebbe adescati, facendo addirittura assistere ad un qualcosa che ricordava la parodia di una Messa. Per i giornali, quei carrozzoni divennero “il luna park blasfemo”. Si era negli immediati giorni prima di Natale 1953, e l’avvenimento sconvolse la città. A nulla valsero le proteste dei giostrai, che di difesero dicendo di svolgere questo mestiere con dignità, di essere cattolici e devoti alla Vergine; addirittura, un sacerdote testimoniò a favore della loro fede.

Le parole dei bambini erano come macigni: il 28 dicembre scattò l’arresto con la grave accusa di «vilipendio alla religione e corruzione di minore». Dopo una ventina di giorni in cella furono rilasciati per insufficienza di prove. Prove che non potevano esserci, perché si scoprì che la vicenda dei giostrai bestemmiatori era l’infelice invenzione di un bambino, che aveva convinto i suoi amichetti a sostenere questa storia per divertimento.
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