«Giuliana amava tantissimo il suo lavoro. Lo faceva con passione ma proprio il suo lavoro l’ha distrutta». Quando una persona si toglie la vita, quasi sempre è difficile individuare un solo fattore scatenante. Ma il marito e i parenti di Giuliana Tosco, la commercialista 36enne all’ultimo mese di gravidanza che l’altro giorno si è lanciata dal balcone di casa sua, non hanno dubbi: «Non sapeva dire di no, lavorava troppo» dice al citofono con un filo di voce Federico, con cui la 36enne si era sposata appena nel settembre del 2020. «Abbiamo cercato di offrirle tutto l’appoggio possibile ma non è bastato» fanno eco i parenti accorsi a dare un sostegno all’uomo che in un attimo ha perso la moglie e quel figlio ancora non nato.
«È stata soverchiata dal lavoro, aveva paura di non riuscire a gestire tutto». La 36enne lavorava in proprio e con il prestigioso studio Rubatto-De Magistris di corso Re Umberto. «Era al telefono con uno di noi quando si è lanciata. Stavano parlando di una lista di clienti e all’improvviso non l’ha più sentita, non aveva neanche capito che le fosse successo qualcosa - spiega il titolare, Marco Rubatto, trattenendo a stento le lacrime - Conoscevo Giuliana da 7-8 anni, era una collaboratrice a partita Iva e aveva un suo studio ben avviato, con molti clienti. E un carico di lavoro molto importante».
Il parto imminente non sembrava preoccuparla: «Io sto bene, è tutto a posto» rispondeva a chi le suggeriva un po’ di riposo e per il futuro aveva un progetto preciso: «Mi potrò godere il mio bambino». Era consapevole che avrebbe dovuto sospendere il proprio lavoro per qualche mese: «Le avevamo offerto il nostro aiuto - spiega Rubatto - ed eravamo già d’accordo: avremmo seguito noi i suoi clienti nel periodo della maternità, poi sarebbero tornati a lei». Non a caso, la polizia ha trovato in casa un elenco dettagliato di clienti e scadenze da consegnare ai colleghi. L’unico scritto che ha lasciato. «Il nostro lavoro - spiega ancora Rubatto - negli ultimi anni è diventato molto più pesante e lavorare da soli può essere complicato».
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Qualche settimana fa, la commercialista ha avuto un ulteriore intoppo: «Si è ammalata di Covid - racconta Rubatto - poi era guarita ma sembrava aver accusato il colpo: “Non ne sono uscita completamente, da quando ho avuto il Covid sono cambiata” ci raccontava». «Si vedeva che stava passando un periodo difficile - conclude Rubatto - ma nessuno poteva anche solo lontanamente immaginare una cosa simile». L’ipotesi dell’incidente, della caduta magari in seguito a un malore, è stata però accantonata dagli investigatori della polizia che hanno trovato una scaletta appoggiata alla ringhiera del balcone di via Monforte, utilizzata per quegli ultimi passi prima del volo che ha inghiottito lei e il bambino che aveva in grembo.
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