Omicidio colposo. La procura ha aperto un’inchiesta, con questa ipotesi di reato e - al momento - a carico di ignoti, sulla morte del piccolo Adam Janati, precipitato a soli 15 mesi dall’ottavo piano di un palazzo in via Pacini 1, zona Barriera di Milano. La tragedia è avvenuta due giorni fa alle 11.30. Gli atti dei carabinieri della compagnia Oltredora e del nucleo Investigativo, che svolgono l’indagine, sono arrivati nelle scorse ore sulla scrivania della pm Laura Longo, che aveva già effettuato un primo sopralluogo subito dopo la terribile caduta.
Adam era in casa della nonna Fatiha, 54 anni, e oltre a lei era presente la zia Hala, 22. I genitori avevano affidato il figlio alla nonna materna la sera prima, perché entrambi lavorano. Il piccolo era abituato a giocare a casa della nonna, e aveva già dormito da lei altre volte. Nel soggiorno, poco distante dall’ingresso dell’appartamento Atc, era sistemato il lettino da bebé, con le protezioni intorno alle doghe. La finestra da cui è precipitato il neonato invece, che si trova sopra al divano della sala, non aveva né reti né inferriate.
Adam, secondo la ricostruzione dei carabinieri, deve essersi ritrovato solo in quella camera. Si è arrampicato sul sofà, ha raggiunto il davanzale (largo 30 centimetri) che confina con lo schienale, e dal davanzale è caduto. Forse si stava sporgendo per vedere cosa ci fosse sotto, o è stato attirato da un rumore. Oppure, dopo essersi issato fin sopra il sofà, ha perso l’equilibrio. Saranno gli inquirenti a provare a capire se la finestra fosse già aperta, quando Adam è rimasto solo nella stanza, oppure se sia stato il bambino ad aprirla.
Quest’ultima ipotesi, al momento, appare meno probabile. In casa, quando sono saliti gli inquirenti subito dopo la tragedia, c’era odore di cibo appena cucinato. È possibile che nonna e zia fossero intente a svolgere lavori domestici, dopo avere preparato il pranzo, e che avessero lasciato solo Adam per pochi minuti. Sufficienti, purtroppo, per un bimbo sano e vivace, per arrampicarsi fino alla finestra e morire. Sono in corso gli ultimi rilievi, tra cui le misurazioni degli infissi e dei luoghi interni all’appartamento, la ricerca di impronte sulla finestra e sulla maniglia, l’analisi delle tracce rimaste sull’asfalto dove è piombato il corpicino del bimbo.
L’autopsia verrà ordinata nelle prossime ore, ma già da un primo esame del medico legale intervenuto subito dopo il fatto è stato possibile comprendere che il piccolo è morto sul colpo per politraumi in tutto il corpo. La finestra si trova su un lato del palazzone dove non ci sono balconi, né stendi panni. Il volo è stato diretto, a strampiombo, giù dall’ottavo piano, senza nulla che attutisse il colpo. La nonna e la zia si trovano ancora in stato di choc. Sono state portate in ospedale non appena accaduto il fatto. Non sono in grado di parlare, di spiegare bene dove si trovassero e di come mai Adam fosse rimasto solo.
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La madre Sara, 32 anni, in lacrime, ha avuto il tempo di dire: «Lo avevamo lasciato già altre volte alla nonna, lavoriamo tutti e due. Lo abbiamo visto l’ultima volta la sera prima, lo abbiamo salutato e poi siamo andati via. Era abituato a stare in quella casa». La nonna, oltre alla madre del piccolo, ha cresciuto cinque figli. Era una donna abituata a stare con i bambini. Le sue grida di dolore, ieri in cortile, dove sono stati lasciati mazzi di fiori dai residenti, con un orsetto e il messaggio “Ciao piccolo angioletto” sono risuonate in tutto il complesso delle case popolari.
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