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Occupate 11 scuole in 2 giorni: «Ne avete ammazzato un altro»

scuola occupata darwin
Esplode la rivolta tra gli studenti che, dopo la pausa del week-end, sono tornati a occupare le scuole di Torino e provincia, ben dieci istituti in soli due giorni, con una motivazione in più rispetto alla settimana precedente. La morte di un secondo stagista durante l’alternanza scuola-lavoro, Giuseppe Lenoci, deceduto ad appena 16 anni lo scorso lunedì a seguito di uno schianto contro un albero del furgone aziendale su cui stava viaggiando in provincia di Ancona durante uno tirocinio in termoidraulica. La seconda vittima dopo Pietro Parelli per cui gli studenti hanno deciso di manifestare in piazza Arbarello, scontrandosi con la polizia lo scorso 28 gennaio. Ieri mattina hanno annunciato l’occupazione lo Steiner, il Regina Margherita e lo Spinelli, a Torino, il Buniva a Pinerolo, il Darwin e il Romero a Rivoli. Gli studenti prevedono una protesta a oltranza che durerà almeno fino a venerdì giorno in cui la scuola scenderà di nuovo in piazza. Lunedì altre cinque scuole sono state occupate: il Galfer, l’Einstein, il Primo Artistico, il Monti, il Majorana e il Pininfarina. Dopo il Gioberti, liceo promotore delle occupazioni, la scorsa settimana gli studenti si erano già impossessati di altre dieci scuole, tra cui D’Azeglio e Alfieri. Praticamente le occupazioni giornaliere sono salite a più di cinque, contro le due al giorno della settimana scorsa. E gli studenti non hanno nessuna intenzione di fermarsi. Ieri pomeriggio si sono incontrati in assemblea al Regina Margherita: «Ne avete ammazzato un altro, l'esigenza di mobilitazione è ancora più alta!» hanno detto i manifestanti che protestano con ancora maggior vigore non contro l’alternanza scuola lavoro, l’insicurezza nelle scuole, il secondo scritto alla maturità e la ministra Lamorgese. Non mancano però gli studenti contrari alle autogestioni. All’Einstein 15 classi hanno scritto una lettera al dirigente Marco Chiauzza per chiedere che il laboratorio di democrazia venga fatto lo stesso, dopo che il preside aveva annullato la lezione definendo l’occupazione «una perdita di tempo».
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