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07 Luglio 2022 - 08:15
Operai e mezzi sono sul posto. E non ci vorrà molto tempo, per vedere demolita l’opera dell’archistar Amedeo Albertini. Anche il cartello comparso sulla facciata del cantiere lascia pochi dubbi: “Demolizione e costruzione edilizia”, con data fine lavori prevista per il primo gennaio 2023. Oggetto, l’ex centro congressi della Regione Piemonte di corso Stati Uniti 21, tra i corsi Re Umberto e Galileo Ferraris. Dopo cinquant’anni, l’edificio di otto piani progettato da una delle menti più illuminate dell’architettura novecentesca torinese, Amedeo Albertini, sparirà per sempre. Al suo posto nascerà “Palazzo contemporaneo”, questo il nome scelto dopo che lo stabile, prima sede dell’assessorato all’Agricoltura e poi centro congressi regionale, è passato agli inglesi. Per la precisione al fondo Zetland Capital, azionista principale di un altro fondo, Gran Torino, che ha acquistato l’ex centro congressi regionale di corso Stati Uniti da Generali Real Esatte Sgr.
Dopo la demolizione, alla Crocetta arriveranno degli appartamenti di lusso su 12mila metri quadrati. Quello di corso Stati Uniti è il secondo palazzo che entra nell’orbita di Zetland Capital, dopo l’edificio di via Roma 333, comprato sempre da Generali. “Mani sulla città”, da parte degli stranieri, che a Torino si sono presi anche la Galleria Subalpina. In quella circostanza, l’operazione è stata condotta dagli americani di Blackstone. Mentre per il doppio acquisto via Roma-corso Stati Uniti, Zetland Capital ha scucito la bellezza di 100 milioni di euro.
In Crocetta, gli abitanti hanno quindi visto svettare un’enorme gru sopra lo stabile di Albertini. Architetto che a Torino aveva progettato anche un altro edificio importante, il Museo dell’Automobile. Sulla demolizione dell’ex centro congressi si era però creato un acceso dibattito, generato proprio dal figlio dell’archistar, Paolo Albertini. Con lui, politici e professori del Politecnico, che avevano sottoscritto un documento per scongiurare l’abbattimento dell’ex centro congressi. Richiesta che non verrà ascoltata.
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