Cerca

Super sconto per i ladri e la banda della metro così non finirà in galera

Banda
Sei furti al giorno, una ventina di anziani seguiti e derubati dallo scorso maggio. Altrettanti colpi messi in atto in periodi «ravvicinatissimi». Parole del giudice. La banda della metro che da mesi terrorizza i passeggeri bloccando le scale mobili e derubando le persone più «vulnerabili», scrive il gip, come «quelle sole o in età avanzata» è stata rintracciata e in parte arrestata (due membri su quattro) dagli inquirenti. Già prima di Natale. Ma la maggior parte dei reati commessi dai ladri senza scrupoli - 16 su 20 - verranno cancellati con un colpo di spugna dalla riforma Cartabia, che rende il reato di furto punibile soltanto se c’è la querela della persona offesa. Siccome molte delle anziane vittime non sono rintracciabili (ma i ladri sì), i fermati non risponderanno dei colpi commessi. E anche chi sta in carcere, verrà giudicato solo per quattro episodi (quelli per cui ci sono le querele) su venti.

Uno schiaffo alla giustizia, per molti, l’effetto della riforma, che getta nel cestino i mesi di lavoro degli investigatori - la polizia coordinata dal pm Paolo Scafi - che senza sosta hanno cercato in tutta Italia i membri della banda, raccogliendo prove per ricostruire 20 episodi di reato. Prove schiaccianti, come si vede dai video delle telecamere della metro. Il gruppo di ladri è composto da quattro persone, due maschie due femmine, originari della Romania, che hanno 24, 25 e 34 anni. Hanno commesso reati da Torino a Roma. E proprio a Castel sant’Angelo, due di loro, sono stati arrestati prima di Natale, dopo avere razziato la borsa di una povera turista. Solo a Torino i quattro sono responsabili di avere derubato venti persone in due mesi, di cui molte anziane, nelle stazioni Nizza, Dante, Paradiso, Re Umberto, Vinzaglio, Lingotto, Marche e Massaua.

Su 20, 16 vittime non avranno giustizia, perché, come spesso accade in casi del genere, non erano state rintracciate. E dalle immagini delle videocamere non era possibile ovviamente identificarle. Così la nuova legge vanifica anche gli sforzi degli inquirenti, che per mesi hanno cercato gli elementi di prova per risalire ai membri della banda, paragonando ogni immagine dei video alle foto segnaletiche dei pregiudicati. L’identificazione era partita già il 30 giugno scorso, dopo un intervento della Volante di polizia San Paolo alla stazione Marche. L’allarme era scattato per un furto. Gli agenti avevano inseguito e visto la banda, su segnalazione di un controllore del Gtt. Erano stati identificati due giovani e due donne. Avevano appena seguito una coppia di anziani. Di solito, a essere presi di mira dal gruppo, sono gli ottantenni.

Le vittime vengono seguite in ascensore. Sulle scale mobili zaini e borse vengono aperti dai malandrini. Uno blocca la scala premendo il pulsante d’emergenza, i complici rubano. La vittima, distratta dal blocco, è distratta e non si accorge che qualcuno le sta portando via il portafoglio. Le modalità sono subdole quando le vittime sono anziane sole. Nel giugno del 2022 due ladre si sono offerte di portare le borse della spesa a una signora, che è stata ingannata mentre era sulla scala mobile della stazione Nizza. La stessa scusa è stata usata con una nonnina che scendeva a Paradiso, il 20 giugno, data in cui sono stati perpetrati altri cinque furti dello stesso tipo. Il giorno successivo, il 21 giugno, la banda ne ha messi in atto altri tre. Il giorno ancora dopo, due. I colpi erano iniziati a maggio. Si sono interrotti durante l’estate, quando il gruppo - si suppone - è andato in trasferta nella capitale per puntare alle tasche dei turisti.
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.