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IL BORGHESE

Le (tristi) avventure dell'anagrafe di Torino

Abbiamo riempito pagine e pagine nel raccontare le tristi avventure dell’anagrafe centrale di Torino. Una storia che, a ripercorrerla a ritroso, appare incredibile per una città ambiziosa come la nostra. Le persone che si mettevano in coda a notte fonda pur di ottenere un appuntamento, bagarini che compravano e rivendevano i pochi posti disponibili, mesi di attesa e migliaia di carte d’identità da smaltire. Capitoli indecorosi che siamo felici di esserci lasciati alle spalle. Oggi infatti l’arretrato di documenti da processare si è assottigliato (pur essendo ancora 10mia le carte da fare), ma ai disservizi per gli utenti si sono aggiunti nuovi guai giudiziari.

L’operazione della squadra mobile di Torino dal nome parlante “Corsia preferenziale” mette in evidenza episodi di presunta corruzione, che avrebbero coinvolto una funzionaria dell’anagrafe e altre due donne. «La persona soggetta a provvedimenti restrittivi è stata sospesa dal servizio» fanno subito sapere da Palazzo Civico. «Come Città ci siamo messi a disposizione degli inquirenti» rimarca l’assessore ai Servizi Demografici Francesco Tresso. «Non vogliamo che quanto sta accadendo possa inficiare il grande impegno e gli sforzi straordinari che proprio in questo momento interessano in modo particolare il personale in servizio alle anagrafi per restituire ai cittadini un servizio più rapido ed efficiente» aggiunge Tresso e assicura di voler avviare dei corsi per il personale in servizio sui «temi della responsabilità del dipendente pubblico e della prevenzione della corruzione». Sicuramente un buon proposito, che tuttavia pare interessi poco a chi - ancora ieri mattina - era in coda per cercare di rinnovare la carta d’identità senza dover aspettare i canonici quaranta giorni per avere un appuntamento.

Non si riesce a prenotare in nessun modo sul sito dell’anagrafe» tuona Martina, in coda per rinnovare la carta d’identità scaduta della figlioletta.

«Non si riesce a prenotare in nessun modo sul sito dell’anagrafe» tuona Martina, in coda per rinnovare la carta d’identità scaduta della figlioletta. «È così, guardi» si avvicina Federico e ci mostra il cellulare con sopra aperta la schermata dedicata alle prenotazioni. «Non ci siano più posti disponibili in nessuna sede a Torino» fa notare. E ha ragione.

Perchè se è vero che l’attesa per fare i documenti si è ridotta da sei mesi a 40 giorni, è anche vero che non è più possibile prenotare appuntamenti a distanza di mesi. Vale a dire che se si riesce a prenotare l’attesa massima è di 40 giorni, ma in tantissimi non riescono ad accaparrarsi un posto. «Sono mesi che cerco di prendere un appuntamento» racconta Mafanda, 28 anni, portoghese di nascita e a Torino per lavoro. «Provo a fare la coda e vedremo» spiega. Lo spazio per i non prenotati (dal lunedì al venerdì alle 11.30) infatti è dedicato unicamente alle situazioni d’emergenza. Vale a dire furti, smarrimenti, viaggi all’estero in assenza di passaporto. Oppure se devi sostenere un esame e non hai documenti validi. In ogni caso l’emergenza deve essere opportunamente documentata.

In altre parole: non è detto che chi si mette in fila possa ottenere un posto al termine dell’attesa. Sono due impiegate che valutano e decidono chi mandare agli sportelli, dove il tempo per le pratiche varia a seconda del caso. Ma questo è un altro capitolo.

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