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IL FILOSOFO DELLA NOUVELLE DROITE

Alain de Benoist al Salone: io né con Putin né con Zelensky, l'Europa può fare meglio

Marrone: «Dopo la brutta pagina di sabato, finalmente tornano le idee ed il confronto». In videocollegamento il ministro Sangiuliano

Alain Benoist

Era considerato un incontro "a rischio": alla luce, anche, dei fatti accaduti sabato 20 all'Arena Piemonte. Invece, Alain Benoist ha presentato il suo libro e portato il suo pensiero di fronte ad una platea tranquilla, rimasta seduta sino alla fine, senza intoppi. A proseguire il "dibattito" sulla contestazione alla ministra Roccella e la mediazione di Nicola Lagioia ci hanno pensato l'assessore Maurizio Marrone e l'editore Francesco Giubilei, spin doctor del ministro Gennaro Sangiuliano, che non a caso si è palesato in videocollegamento.

«Oggi finalmente tornano le idee ed il confronto. Sono onorato di ospitare Alain Benoist che oggi porta a Torino un pensiero importante. Dopo la brutta pagina di ieri al Salone del Libro, oggi siamo qui ad ascoltare, perché la libertà non esiste senza reciproco ascolto. La questione identitaria è essenziale in un mondo globalizzato, in un sistema che cerca di creare una società sradicata dove sono assenti punti di riferimento» dichiara Marrone a inizio incontro. E anche Giubilei ci tiene a dire la sua, prima di cominciare: «Pensare che ci avevano detto che la cultura di destra non avrebbe riempito le sale. Questo è il quarto evento in questa edizione del Salone, tutti e quattro sold out. Vorrà dire che il prossimo anno ne prepareremo almeno il doppio. In tanti hanno contestato la presenza di Benoist qui, lo hanno definito pensatore di destra, direi che è riduttivo, nonchè segno di ignoranza».

De Benoist parte subito parlando di identità e del problema della modernizzazione. «Se non c’è identità non sappiamo da dove veniamo, tantomeno dove andiamo. Sant’Agostino diceva che il problema del tempo non si pone sin tanto che non si pensi ad esso. Ebbene, per l’identità funziona nello stesso modo. Noi siamo diversi per nascita, lingua, sesso, cultura, credo, appartenenza personale e politica. C’è una problematica individuale e collettiva a proposito, ecco perché i centri psichiatrici sono pieni. Le persone si interrogano. Ringraziamo l’epoca moderna che non ha punti di riferimento, la globalizzazione non farà altro che accentuare. Nel passato non avevamo di questi problemi. La crisi identitaria è presente in gran parte in occidente ed è proprio l’occidente ad esserne  responsabile: addirittura l’ha enfatizzata. Nuove ideologie nate negli Stati Uniti. Io? Ci tengo a definirmi europeo. E poi ci sono i particolarismi». E poi, sulla questione più calda, dice: «Mi hanno definito putiniano, non so nemmeno cosa voglia dire. Ma io non sto nemmeno con Zelensky: la mia unica opinione a riguardo è che l’Europa aveva la possibilità di mediare meglio».

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