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COME IN MINORITY REPORT
13 Luglio 2023 - 10:44
Come nel film Minority Report, a Torino si punta a prevedere i reati prima che vangano commessi
Prevedere i reati per impedire che vengano compiuti. Un’idea da fantascienza su cui Philip K. Dick e Steven Spielberg ci hanno fatto prima un libro e poi un film (Minority Report) ma a Torino qualcuno l’ha presa sul serio e adesso la vuole trasformare in realtà.
Ne ha parlato ieri, al termine della Conferenza regionale delle Autorità di Pubblica Sicurezza, il prefetto di Torino, Raffaele Ruberto, annunciando che nel capoluogo sarà realizzata «una centrale unica di videosorveglianza» che «potrà avvalersi di sistemi di intelligenza artificiale, quindi di previsione di quello che può essere». Lo stesso prefetto ha poi fatto un esempio: «L’intelligenza artificiale potrà analizzare i dati del passato per vedere quali sono i reati che si sono verificati in un certo periodo in una determinata zona». Disponendo di un sistema che riesce a elaborare informazioni di questo tipo «potremo orientare meglio l’attività di prevenzione». In attesa di sapere se l’intelligenza artificiale davvero arriverà a prevedere il futuro, quello che è sicuro è che, come ha annunciato il presidente Alberto Cirio, «la Regione ha stanziato un milione di euro per la sicurezza» e che parte di questi fondi servirà anche a realizzare «una centrale operativa - spiega il prefetto - in cui convergano le segnalazioni dei vari sistemi di videosorveglianza, non soltanto della città di Torino ma anche dei 4-5 principali comuni dell’hinterland, cosi che in tempo reale le centrali di polizia possano avere le segnalazioni di ciò che si verifica in un’area urbana vasta».
In un futuro più immediato, l’idea per garantire una migliore percezione della sicurezza ai torinesi è quella di affidare a loro stessi un sistema di sorveglianza e prevenzione dei reati. «Da alcuni quartieri sono arrivate proposte per il controllo di vicinato - spiega il prefetto - per creare cioè dei gruppi, niente a che vedere con le ronde, per una collaborazione organizzata dei cittadini con le forze di polizia. Ci sono proposte di associazioni - precisa -, su cui naturalmente dovremo fare un apposito protocollo di sicurezza, che vorrebbero dar vita a gruppi di vicinato, che sia io che il questore guardiamo con favore. Se ci si organizza con un referente per ogni gruppo di vicinato, che raccoglie le segnalazioni degli aderenti al gruppo e poi fa da interfaccia con un rappresentante individuato fisso di una delle forze dell’ordine, questo consente di controllare meglio alcune zone».
E, a proposito di percezione della sicurezza, i dati che arrivano dal confronto tra i reati denunciati nel 2022 e quelli del 2019 (ultimo anno pre-pandemia) sembrano destinati a fari discutere. Infatti, nel capoluogo si registra un calo del 27,6%, che scende però al 2,64% considerando anche i dati della provincia, dove invece i reati sono aumentati. Ma quello che fa scalpore è soprattutto il -45%, in città, di reati legati alla droga. Un calo che fa a pugni con le strade “colonizzate” da tossici e spacciatori che, al contrario, nella percezione dei cittadini sembrano aumentare sempre di più. «Prima di tutto bisogna ricordare che alcune leggi in questi anni sono cambiate - spiega il prefetto - e poi questo significa che prevenzione batte repressione. I nostri servizi di sicurezza rinforzati stanno evidentemente ostacolando gli spacciatori e li stanno costringendo a cambiare metodologie: ad esempio, ultimamente abbiamo notato che molti di loro usano i monopattini per spostarsi ed evitare i controlli».
I reati «sono concentrati in determinate aree urbane, Barriera Milano, Aurora, un po’ Mirafiori. Per questo - ricorda il prefetto - si è dato avvio ad operazioni ad alto impatto nelle zone più segnate dal degrado e disagio sociale, 133 da inizio anno, con l’impiego di circa 3mila uomini. Sono state controllate 13mila persone, quasi 30 gli arresti e 127 le denunce. Abbiamo operato anche con ispettorato del lavoro e Asl, con 350 esercizi controllati, 5 sanzionati e 20 lavoratori irregolari riscontrati». Infine, nella riunione di ieri si è inevitabilmente parlato anche di baby gang: «Un fenomeno reale - ha ribadito il prefetto - da combattere soprattutto con l’aiuto delle famiglie».
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