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INDAGATI ANCHE 4 EX ASSESSORI

Smog, indagini chiuse. Rischio di rinvio a giudizio per Chiamparino, Fassino e Appendino

Secondo la procura l’inquinamento a Torino avrebbe ucciso più di mille persone

ChiamparinoAppendino

Chiamparino e Appendino

La procura a Torino ha chiuso le indagini sulle presunte carenze della pubblica amministrazione in materia di contenimento dello smog a Torino. L’avviso di chiusura indagine è stato notificato a sette persone: Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte fino al 2019; Alberto Valmaggia, assessore all’Ambiente nella sua giunta; Piero Fassino, sindaco fino al 2016, con l’assessore alle Politiche ambientali Enzo La Volta; Chiara Appendino, sindaca di Torino dal 2016, con le due figure che si avvicendarono nella carica di assessore alle politiche ambientali, Stefania Giannuzzi e Alberto Unia.

Si procede per inquinamento ambientale in forma colposa. La contestazione si riferisce a un periodo di tempo che termina nel 2019. Per questo motivo i nomi dell’attuale governatore del Piemonte, Alberto Cirio, e dell’assessore regionale Matteo Marnati, che erano stati iscritti nel registro degli indagati, sono stati stralciati e non compaiono nell’avviso di conclusione delle indagini.
Fra il 2015 e il 2019 vi sono stati a Torino fra i mille e i 1.4000 decessi «attribuibili», in base a «dati statistici», al superamento dei limiti di sostanze inquinanti. Gli sforamenti hanno avuto «conseguenze sulla salute delle persone - si legge sull’avviso di chiusura indagini - secondo i seguenti dati statistici: incidenza del Pm10 per superamenti del limite normativo pari a 144 decessi attribuibili e 56 ricoveri ospedalieri; incidenza del Pm2,5 per superamenti del valore giornaliero raccomandato dall’Oms compresa tra 178 e 407 decessi attribuibili e 184 ricoveri ospedalieri; incidenza del biossido di azoto per superamenti del limite normativo pari a 870 decessi attribuibili (di cui 620 decessi per malattie cardiovascolari) e 539 ricoveri ospedalieri». I dati sono stati ricavati da un’indagine epidemiologica fatta svolgere dai magistrati della procura di Torino. Inoltre, secondo una delle contestazioni mosse dalla procura, gli organi di governo della Regione Piemonte adottarono «misure che non tenevano specificamente conto della vulnerabilità di gruppi sensibili della popolazione come i bambini, anziani e malati».

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