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al lingotto
10 Agosto 2023 - 09:00
La struttura davanti a Eataly diventata un dormitorio
Una copia della Bibbia ortodossa, riposta su un tavolino e con dentro dei foglietti scritti a mano. Sacre scritture che provano a dare conforto a chi da tempo sta vivendo di stenti, per la strada, e la sera va a dormire nel magazzino all’ingrosso dismesso. E’ di fronte al complesso del centro commerciale Lingotto l’ultimo ritrovo dei disperati di Torino sud. A pochi metri da Eataly e dai terrazzi di Green Pea, di fronte al parcheggio dove i torinesi posteggiano la macchina per poi fare le spese grosse nei centri commerciali, ecco che gli “ultimi” trovano riparo in una maxi-struttura abbandonata. Si tratta, per la precisione, dell’ex Borello e Maffiotto, per la maggior parte acquistato dalla Città nel 2004 ad eccezione appunto del capannone di oltre mille metri quadri che si affaccia sul parcheggio. Proprio dov’è sorto il dormitorio abusivo.
I barboni passano la notte in un complesso che un tempo serviva un’azienda leader in quell’area dell’industria che è la distribuzione di prodotti idrotermosanitari e per la conduzione dei fluidi. Una realtà nata nel lontano 1921, fondata dal ragionier Borello.
Il Comune di Torino ha provato, nel 2008, a piazzare all’asta il complesso di corso Spezia angolo via Bizzozero con prezzo a base d'asta di 10 milioni e 80mila euro. Una delle tante aste pubbliche di Palazzo Civico che - specie per il prezzo esorbitante - non sono andate bene e lo dimostra anche la situazione odierna. La rete è stata divelta dai clochard per entrare nel cortile, sotto una tettoia, e poi c’è un mobiletto che funge da aiuto per arrivare alla finestra senza più i vetri. Da lì entrano i disperati che bazzicano in zona Lingotto, che poi dormono all’interno tra cattivi odori e numerose zanzare che pungono a ripetizione. Materassi, sedie distrutte, bottiglie vuote, c’è praticamente di tutto. Persino un paio di pattini a rotelle. E appunto la Bibbia ortodossa, segno evidente che alcuni “ospiti” del vecchio capannone di corso Spezia sono dei senzatetto provenienti dai paesi dell’est Europa.
Alzando lo sguardo sul soffitto nero come la pece, si possono notare le tracce di incendi passati. La struttura ha certamente preso fuoco, di recente. Niente luce e nemmeno corrente, e non ci vuole molto a capirlo dato che non funziona nessun interruttore e i fili spuntano fuori. Ma ai clochard di zona evidentemente va bene così, perché a loro basta un posto per trovare riparo la notte dopo una giornata passata a mendicare. Dormire, oppure cercare sollievo, quando possibile, nelle sacre scritture.
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