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L'intervista

Bardonecchia sepolta dal fango, il geologo spiega perché

Bardonecchia sepolta dal fango, il geologo spiega perché

Quello che ha colpito Bardonecchia è stata una colata di fango e detriti. Un “debris - mud flow” come lo chiamano gli esperti. «Un flusso del tutto paragonabile a una inondazione, tipica dei territori di montagna». Per questo, proprio in quei territori, la progettazione di alvei e corsi d’acqua dovrebbe essere puntuale al millimetro. Il professor Marco Giardino dell’Università degli Studi di Torino insieme con la moglie Marta Chiarle del Centro nazionale delle ricerche - Irpi ed esperta proprio di questi eventi, stanno visionando i filmati in arrivo dalla Val Susa, ormai, da ore. «Che sia successo intorno alle nove di sera e che sul posto, non pioveva, avvalora il fatto che sia successo qualcosa a monte: un temporale, magari, molto intenso che ha gonfiato il torrente».


Professor Giardino che cosa è successo a Bardonecchia?
«Si tratta, a quanto pare dai filmati che ho visto, di quello che viene definito “Debris - mud flow”: un vero e proprio “tsunami” di acqua e fango. Lo “tsunami di montagna” come lo chiamano in Giappone, dove sono stato proprio per studiare questi fenomeni geologici».


Ci spieghi...
«Io abito allo sbocco della Valle di Susa e, ieri sera, è arrivato questo grosso temporale che è durato parecchio ma non sembrava così intenso. Di certo, potevamo capire di essere all’interno di una “cella temporalesca” molto grande e di lunga durata».


Era in contatto con qualcuno a Bardonecchia? Ha avuto testimonianze di prima mano?
«Una mia amica mi ha raccontato che un quarto d’ora dopo le nove è arrivata la piena con ripetute ondate, cioè come se ci fossero degli “impulsi” costanti»: il fenomeno è proseguito per circa due ore».


Acqua e fango?
«Se guardiamo il materiale che è venuto a valle, sembra per di più fango, ma a monte si vedono anche detriti più grossolani...».


Uno “tsunami” vero e proprio, dunque?
«Il termine si adatta perché se pensa alla somiglianza con lo “tsunami” si tratta, appunto, di un’onda che travolge con tutto, a partire dal mare e trasporta con sé ogni cosa che incontra sul cammino». In questo caso la definizione regge, ma l’origine è nella montagna».


E cosa l’ha prodotta?
«Un evento atmosferico a monte ma anche il fatto che l’acqua del torrente fosse “incanalata”: può succedere, come in questo caso, che qualcosa abbia bloccato il torrente, facendo accumulare acqua che ha “sfondato” lo sbarramento. Questa è un’ipotesi che andrà certo verificata».


Era possibile evitarlo?
«A quel che vedo il torrente in paese segue un percorso rettilineo per poco meno di un chilometro, poi, segue la rotonda all’inizio di Bardonecchia: lungo l’alveo sono presenti briglie e soglie, utili proprio a diminuirne la forza della colata in caso di eventi simili. Potrebbe essersi inceppato qualcosa ma, al netto delle verifiche, sembra presto per dirlo».

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