Cerca

LAVORO

Artigiani e commercianti contro lo stop degli Euro 5: «E’ come vivere un secondo lockdown»

Forte preoccupazione in vista del blocco previsto per il 15 settembre

La Regione ferma i diesel Euro5 ed esplode la rabbia dei cittadini

In arrivo una nuova stretta sul traffico

Si prospetta un rientro dalle ferie amaro per artigiani e commercianti. Fra blocco dei diesel Euro5, strisce gialloblù che compaiono nella notte e aumento dei biglietti Gtt per mezzi pubblici e parcheggi. «Comune e Regione ci riflettano: non è questo il momento per assestare un altro duro colpo a negozi, bar e ristoranti» commenta Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti Torino e Piemonte. «I provvedimenti sulla viabilità nelle loro varie articolazioni avranno un solo effetto: mettere in ulteriore difficoltà il commercio» aggiunge grave.

Lo scoramento del mondo del commercio di fronte ai provvedimenti in arrivo in materia di viabilità è palpabile. «Si può pensare che ambulanti e agenti di commercio, per cui l’auto è strumento essenziale di lavoro, siano in grado in un periodo come questo di sostituire i loro Euro5?» domanda ancora Banchieri. Ma la preoccupazione si estende presto anche verso i privati che dovrebbero affrontare la spesa per cambiare l’auto «quando già sono alle prese con bollette, mutui e inflazione». A quegli stessi cittadini «si chiede poi di pagare di più i parcheggi o il biglietto per autobus e metropolitana, con buona pace del mezzo pubblico come alternativa all’auto» rimarca il presidente di Confesercenti. Quanto alle strisce gialloblù, Banchieri non ha dubbi: «Faranno perdere clientela ai ristoranti del centro». Se trovare parcheggio sarà sempre più difficile, si scoraggiano le persone a spostarsi verso quelle zone.


Forte preoccupazione viene anche dal mondo artigiano, per bocca del presidente di Confartigianato Torino, Dino De Santis, che nelle prossime settimane si farà portavoce delle imprese artigiane associate del territorio per evidenziare le innumerevoli criticità di questo provvedimento. «È un provvedimento iniquo e anti-imprenditoriale» attacca De Santis. Iniquo, «perché penalizza le famiglie che non possono permettersi di sostituire l’auto: se non sei ricco non ti resta che viaggiare in bus, affidandosi ad un traporto locale sempre più costoso e inefficiente, oppure inforcare una bici o un monopattino». Anti-imprenditoriale, «perché si fa finta di non sapere che il divieto di circolazione non si limita a penalizzare chi usa l’auto per recarsi al lavoro, ma impedisce di lavorare a tutti coloro, a cominciare dagli artigiani, per i quali il furgone non è un mezzo per spostarsi ma è un vero e proprio strumento di lavoro per raggiungere i clienti». In questo caso, non si tratta di dover fare fronte a qualche disagio, «bensì di non riuscire a mandare avanti la propria attività imprenditoriale» sottolinea De Santis e aggiunge.

«Dobbiamo prendere atto dell’incapacità di varare misure strutturali per contrastare l’inquinamento, a cominciare da interventi capillari e seri su caldaie, stufe a bio massa, impianti termici vari. Ancora una volta a fronte delle prescrizioni dell’Unione europea si preferisce ricorrere alla soluzione più facile, ovvero impedire alle persone e alle imprese di spostarsi. Diciamocela tutta: il blocco anti-smog è per le micro-imprese un vero e proprio lockdown imposto per ragioni non sanitarie ma ambientali».

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.