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LA POLEMICA

La Regione ferma i diesel Euro5 ed esplode la rabbia dei cittadini

Si parte il 15 settembre: l’assessore annuncia «nuovi incentivi» ma è bufera

La Regione ferma i diesel Euro5 ed esplode la rabbia dei cittadini

In arrivo una nuova stretta sul traffico

Chi ha un veicolo a gasolio Euro5 ha già sperimentato, lo scorso autunno, cosa significhi dover rinunciare a circolare per via delle limitazioni imposte del “semaforo antismog”. Quelle che, secondo precise tabelle fino alla primavera, fermano progressivamente i veicoli più inquinanti nei giorni in cui si registrano veleni nell’aria oltre i limiti di legge. Ebbene, fra meno di un mese - il 15 settembre - quel provvedimento diventerà «strutturale». Ovvero, valido sempre tra l’autunno e la primavera, come prevede una delibera della Regione del 2021 che, proprio negli scorsi giorni, ha sollevato un vero polverone tra i sindaci dell’area metropolitana. Non solo. Perché ad infuriarsi nel frattempo sono i cittadini e Federconsumatori in attesa di conoscere le contromisure, solo annunciate, dalla Regione.

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«Quali incentivi?»
«Stiamo concordando con il ministero dell’Ambiente nuovi incentivi, che presenteremo a settembre, proprio per aiutare le famiglie prima della partenza delle nuove restrizioni chieste dall’Europa» annuncia l’assessore Marnati davanti alle polemiche. Ma, a quanto pare, non basta. «Siamo a meno di un mese dall’entrata in vigore di una norma previsa da un anno e mezzo e, ora, ci parlano di incentivi? Nel frattempo il servizio di trasporto pubblico è peggiorato, che alternative ha chi si troverà senza automobile?» si domanda il presidente di Federconsumatori Piemonte, Giovanni Prezioso. Del resto, proprio l’assessore Marnati, lo scorso febbraio, temeva che nuovi blocchi potessero far scoppiare un «problema sociale».

Sindaci sulle barricate
Già da mesi i sindaci dell’area metropolitana sono sul piede di guerra - Collegno, Rivoli e Grugliasco, tra quelli che hanno protestato via “social” negli ultimi giorni - ma ora scendono in campo anche i consumatori. Quelli che hanno già portato in tribunale i rincari dei pedaggi e, oggi, battono il pugno sul tavolo per non essere mai stati «nemmeno chiamati a confrontarci» su un problema che rischia di interessare, solo sulla carta, altri 140mila veicoli che si andranno ad aggiungere a quelli, per cui è già previsto lo “stop” se non sempre, almeno tra l’autunno e la primavera.

Il provvedimento
Le limitazioni al traffico che, secondo il “Piano di Bacino padano” in vigore dal 2016 in Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, sarebbero dovute entrare in vigore a partire dall’autunno 2025 verranno anticipate al 2023. Dal 15 settembre, per la precisione e fino ad aprile. Il provvedimento era già stato preso dalla Regione Lombardia e dalla Regione Emilia Romagna. In Piemonte interesserà almeno 77 Comuni tra cui Torino, che si è confermata “maglia nera” per lo smog e dove sono stati fermati 138mila diesel Euro 4 oltre ad automobili, furgoni e veicoli commerciali delle categorie inferiori. L’elenco, fra poco meno di un mese, si allungherà fino a contare più di un veicolo su tre nell’area metropolitana del capoluogo: circa 620mila su un totale di 1,6 milioni di mezzi circolanti.

Le contromisure
A sollevare la bufera con la Regione nei giorni passati era stato il sindaco di Alessandria, Giorgio Abonante, a cui l’assessore all’Ambiente, Matteo Marnati, ha replicato a “stretto giro” confermando i provvedimenti. «Noi ci siamo attivati per rispettare la prescrizione dell’Europa e le misure non riguardano solo le auto, di recente è stato approvato anche il piano di riduzione dell’ammoniaca in agricoltura, che è fonte di Pm10 “secondario”, al fine di impedire l’evaporazione dei liquami». Misure necessarie «per garantire la qualità dell’aria e la salute che è un bene assoluto su cui l’attenzione della Regione è massima» rivendica Marnati. «I dati dimostrano che il lavoro che stiamo facendo dà risultati: a parità di condizioni siccitose, nei primi 5 mesi 2023 le giornate di sforamento del Pm10 sono state meno rispetto al 2022». Quanto alle polemiche. «Siamo consapevoli dello sforzo che viene chiesto ai cittadini e proprio per questo abbiamo quasi triplicato le risorse destinate alla lotta allo smog nella nostra nuova programmazione di fondi europei, abbiamo già varato “bonus” per gli abbonamenti ai mezzi pubblici e ad altri stiamo lavorando». E poi, altri soldi «per la costruzione di ciclabili e continuiamo il sostegno economico per il cambio delle caldaie inquinanti e la rottamazione delle stufe a biomassa, oltre a sistemi come il “Move in” per il monitoraggio dei veicoli più inquinanti, oltre a risorse ai comuni per le telecamere e il potenziamento dei vigili per controlli». Un totale di 470 milioni di euro per trasporti, efficientamento energetico, comunità “green” e idrogeno».

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