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LA POLITICA

Blocco Euro 5, scoppia la polemica. La Regione corre ai ripari: «Biglietti bus scontati»

Annunciate manifestazioni di dissenso per il mese di settembre

La bomba è esplosa quando nessuno ci pensava più, nella calura delle ferie d’agosto, quando a Torino non si pagavano neppure strisce blu e Ztl. Una pacchia destinata a finire presto. Già da ieri infatti è ripartita la sosta a pagamento e tra meno di un mese arriverà la mazzata per i veicoli diesel Euro 5. Circa 140mila auto non potranno più circolare lungo le strade dei comuni piemontesi. Una misura largamente annunciata, ma di certo non pubblicizzata dalla Regione, che ora fa i salti mortali per smarcarsi da un provvedimento che genera non pochi malumori tra chi con la macchina vive e lavora. I più attenti probabilmente si saranno segnati la data sul  calendario mesi fa, ma altrettanti arriveranno all’ora x disorientati e impreparati.

La priorità della politica sembra essere quella di rimbalzarsi la paternità di una misura impopolare, imposta direttamente dall’Unione Europea, che minaccia sanzioni milionarie in caso di mancato rispetto delle norme. E così la giunta di Alberto Cirio ricorda che sta applicando il «Piano Chiamparino del 2019». Mentre il Partito democratico che gli fa opposizione in Regione parla di «impreparazione colossale» da parte dell’amministrazione.

«In questi anni non sono stati elaborati piani per il decongestionamento del traffico, sono mancati investimenti per il potenziamento e per l’incentivazione dell’utilizzo del trasporto pubblico e per la riattivazione delle linee ferroviarie sospese» attaccano il consigliere regionale Alberto Avetta e Federico Ferrara, della segreteria regionale del Pd piemontese. «Senza pianificazione e investimenti adeguati la transizione ecologica la pagheranno le famiglie del ceto medio basso in termini di libertà di movimento ed economici» concludono i due. La campagna elettorale in vista delle regionali è evidentemente già cominciata. Il tema è caldo: artigiani e commercianti sono sul piede di guerra e si intravedono le prime manifestazioni di protesta all’orizzonte. In particolare, alla vigilia dello stop, il 14 settembre, sotto il grattacielo della Regione Piemonte, si terrà una prima azione di protesta sotto il segno dell’associazione La Variante Torinese. Il timore è che sia solo il primo campanello d’allarme di un disagio pronto ad esplodere.


Il fronte del malcontento poi cresce di pari passo all’infiammarsi del dibattito politico, che logora da dentro quella concordia istituzionale tanto ostentata tra Comune e Regione. «Forse chi ci amministra pensa che da 0 a 90 anni utilizziamo tutti biciclette o monopattini, o forse carrozze con cavalli?» domanda il consigliere comunale Pino Iannò di Torino Libero Pensiero. «L’assenza di una seria programmazione regionale sulle politiche anti-inquinamento è grave» tuona la capogruppo del M5s in Regione Sarah Disabato, insieme ai consiglieri Sacco e Martinetti. «I cittadini piemontesi non possono pagare per questa negligenza» conclude. «Lo stop è alle porte e le famiglie non sanno ancora nulla su potenziali incentivi e aiuti» rimarca anche il consigliere regionale Daniele Valle (Pd).

Sconti e incentivi
L’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati, dal canto suo, è a lavoro per varare nuove forme di incentivi. «Stiamo pensando a una misura ad hoc per agevolare la transizione di chi lavora con furgoni e furgoncini» spiega Marnati. «Sono loro le categorie più colpite» chiosa. Dopodiché, verrà varata una misura del valore di circa 12 milioni di euro per consentire a chi ha un veicolo Euro 5 di acquistare abbonamenti di bus e tram a prezzi ridotti.

Tra le altre cose, crescono le richieste per “Move In”, la scatola nera che permette a chi ha un diesel Euro 5 di continuare a circolare per brevi distanze. Circa 10mila chilometri all’anno, per la precisione. «Se si guida in modo cauto, riducendo le emissioni, sono previsti dei chilometri aggiuntivi di premialità» ricorda ancora Marnati. La piattaforma è stata varata nel 2021, ma solo nelle ultime due settimane ha registrato un vero e proprio boom di richieste, con circa 20mila utenti in pochi giorni. Come dire: meglio piegarsi al dittatura della scatola nera, piuttosto che cambiare l’auto.

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