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IL CASO

Altri 230 migranti a Torino, due nuovi hub per l'accoglienza

Si pensa all’ex Mardichi e al grande spazio del poligono militare della Vauda a Lombardore

Migranti via Traves

Migranti in arrivo in via Traves

È arrivato a Torino nel tardo pomeriggio di ieri l’ennesimo pullman carico di migranti. Questa settimana sono attese circa altre 230 persone ma i flussi non sono regolari: tutto dipende dal mare. L’unica certezza è che la macchina dell’accoglienza è vicina al collasso, ma sono al vaglio due nuovi hub tra Torino e cintura.

Il sindaco Stefano Lo Russo lo ha detto e ripetuto. E il prefetto Raffaele Ruberto lo ha confermato: «I centri sono strapieni e fondamentalmente inadatti a ospitare le persone per più di qualche giorno». A partire da quello di via Traves, il centro emergenza freddo della città, trasformato in hub di primissima accoglienza dei profughi che sbarcano in Italia e vengono “dirottati” in Piemonte. «Via Traves verrà restituito alla città entro il 30 settembre» assicura il prefetto Ruberto, a margine della firma del Patto per la sicurezza. La struttura delle Vallette non ha capienza sufficiente, visto che buona parte degli ospiti è costretta a dormire nelle tende montate dalla Croce rossa (che ha in gestione il centro), e dovrà tornare a ospitare i senza tetto con l’arrivo delle prime notti di freddo.

È necessario trovare un nuovo spazio. E il tempo stringe. La Prefettura sta correndo per aumentare i posti a disposizione nei centri attualmente attivi e trovare anche un nuovo hub. La caccia è ancora aperta e in queste ore stanno emergendo una serie di opzioni, frutto delle discussioni in corso fra Ministero dell’Interno e Ministero della Difesa. Come in occasione di precedenti ondate di sbarchi, si torna a parlare di utilizzare le vecchie caserme caserme. Strutture vuote, con spazi enormi e in grado di accogliere centinaia di profughi. Come l’ex Mardichi, il magazzino di artiglieria e difesa chimica che si trova all’angolo fra via Bologna e via Cimarosa. Oppure il poligono militare della Vauda a Lombardore, in Canavese. Ma fra le varie voci spunta anche Villa Cristina a Savonera, sul confine fra Torino e Collegno (che potrebbe anche diventare un centro d’accoglienza “normale”).
«Stiamo lavorando alla creazione di un nuovo hub» non si sbilancia Ruberto. «Ci sono delle ipotesi sul tavolo - prosegue - ma non abbiamo ancora ricevuto una risposta definitiva dagli ente pubblico e privati a cui abbiamo risolto la richiesta». Nel frattempo i pullman continuano ad arrivare. Le persone scendono smarrite nel piazzale di via Traves. E lì inizia un nuovo viaggio.

Ha collaborato Adele Palumbo

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