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Il generale lascia Torino: «Ho un rimpianto: non avere trovato il killer di Giusy»

Ai saluti il comandante Claudio Lunardo: «La bici dei Murazzi il momento più triste»

Il generale Claudio Lunardo

Il generale Claudio Lunardo

Il lancio della bicicletta ai Murazzi, il contrasto alle baby-gang. I casi di maltrattamenti in famiglia e le truffe agli anziani, sempre più numerose in città. Sullo sfondo, la pandemia. E un rimpianto: «Non avere trovato l'assassino della povera Giusy». Ultimi giorni a Torino, alla caserma di via Valfré, per il generale di brigata Claudio Lunardo, il comandante provinciale dei carabinieri che a breve sarà trasferito a Roma per assumere un nuovo incarico di prestigio. 

Lunardo, 55 anni, ha tracciato un bilancio della sua esperienza biennale sotto la Mole. «Una città che lascio amareggiato, perché i carabinieri sono nati qui, alla Cernaia. Ma Torino - precisa - è una città meno problematica e complessa rispetto ad altre che ho visto nella mia carriera all'Arma». Il comandante uscente arrivò a settembre 2021, al posto del colonnello Francesco Rizzo. «E in quel periodo avevamo tutti le mascherine», ricorda, perché eravamo ancora in piena pandemia. «Sono stati due anni in cui non ci siamo mai fermati. Dal Covid alle Atp Finals, fino ad Eurovision, il vertice dei ministri, e per sei volte abbiamo avuto la visita del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella». 

Tra le operazioni, i tanti sequestri di droga - solo da gennaio ad agosto di quest'anno 36 chili sequestrati tra eroina e cocaina, più 257 chili tra marijuana e hashish, con 86 arresti - e il contrasto alla criminalità organizzata, in particolare la 'Ndrangheta. E poi l'arresto della baby-gang dei Murazzi, responsabile del tentato omicidio ai danni dello studente Mauro Glorioso. «Il periodo più triste e amaro della mia esperienza a Torino», ha rivelato Lunardo. Ma se i responsabili dei Murazzi sono stati presi, un delitto resta ancora irrisolto: quello di Giusy Arena, ammazzata a Chivasso il giorno del suo compleanno e il cui cadavere è stato rinvenuto sotto il cavalcavia della linea dell'alta velocità Torino-Milano, in frazione Pratoregio«Mi dispiace lasciare Torino senza avere trovato l'assassino di Giusy. Ci stiamo lavorando, non abbiamo mai smesso di farlo»

Ma l'esperienza a Torino di Lunardo ha anche bei ricordi, come la collaborazione con più di 200 istituti scolastici, solo nell’ultimo anno, per dialogare con i ragazzi e prevenire i futuri reati con messaggi culturali importanti. «I problemi non si risolvono militarizzando le città, ma favorendo la diffusione dell’aspetto culturale», ha concluso il comandante. A succedergli sarà Roberto De Cinti, proveniente dal Comando generale. 

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