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LA STORIA
13 Settembre 2023 - 18:00
Tempi d'attesa infiniti per un malato disabile
Un anno per una visita al cuore. Urgente. Già solo così, per quanto grave nella sua estrema sintesi, può sembrare la solita storia di attesa infinita per un appuntamento con lo specialista o il primario in ospedale. Ma quella che è capitata al signor Davide, 73 anni e disabile al 65%, suona ben peggiore. Una vera e propria odissea certificata dagli “screenshot” del telefono, con gli orari fissati dal Centro unico di prenotazione ben evidenti, senza che sia possibile dubitare di essere incappati in un errore del sistema. Tutto in regola. Per incontrare lo specialista ci vogliono più di dodici mesi benché, in questo caso, il paziente sia un invalido che, nella fattispecie, ha pure avuto un ictus a cavallo di Ferragosto. Una vicenda che conferma come proprio l’attesa del sistema pubblico sia alla base della scelta di molti pazienti nel non sottoporsi, con regolarità, ad esami salvavita. Peggio ancora, in questo caso. Perché al consigliere del Pd in Regione Piemonte, Diego Sarno, sono arrivati dettagli ben più gravi. «Abbiamo ricevuto la segnalazione da Irene, figlia di un paziente di 73 anni con invalidità civile al 65% che, colpito a Ferragosto da un ictus e ricoverato alle Molinette per una settimana, avrebbe dovuto sottoporsi, dopo poco più di un mese di terapia domiciliare, ad un controllo cardiologico urgente» racconta Sarno.
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Peccato che il primo appuntamento disponibile per una visita cardiologica evidenziata “con urgenza” dalla stessa Asl non sia prevista prima del 16 luglio dell’anno prossimo. Nessuna possibilità d’errore, dunque, visto che proprio la data del controllo specialistico, nell’anno in corso, anticiperebbe di un mese lo spiacevole evento occorso a Davide. «Il presidente Alberto Cirio ripete continuamente che la sanità in Piemonte rappresenta una priorità per la sua giunta - sottolinea il consigliere Sarno -. Allora, com’è possibile che per una vista codificata come urgente si debba attendere quasi un anno? Mentre, nella fattispecie, i tempi di attesa per la visita di “routine” che la figlia del paziente ha cercato di prenotare prevede un anno esatto di attesa: 13 settembre 2024». Allarmano, quindi, «ma, purtroppo, non stupiscono» i dati del sondaggio dell'Osservatorio Sanità condotto da Nomisma per UniSalute, secondo cui proprio gli abitanti di Torino facciano meno accertamenti del necessario anche rispetto ad altre città, presentandosi in ospedale spesso quando è già troppo tardi. Il 33% contro un 41% di media nel resto d'Italia. Un dato che, oltretutto, risulta in calo rispetto al 42% registrato lo scorso anno e in controtendenza rispetto alla crescita registrata dalla media nazionale e dalle altre città.
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