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le voci della movida

«Ai Murazzi da sola? Mai, ho troppa paura»

Una notte tra i locali sul Po. Ecco cosa ci hanno detto i giovani torinesi

La fila davanti ai locali dei Murazzi

La fila davanti ai locali dei Murazzi

Passata la mezzanotte, sotto le arcate inizia il brusio dei “movidari”. I Murazzi si riempiono, del resto in questo weekend ottobrino fa caldo come se fosse fine agosto. Fuori dal The Beach e dal Magazzino sul Po la fila è numerosa. Donne col velo da sposa pronte a festeggiare l’addio al nubilato. E poi studenti con l’alloro in testa, neo-laureati, vogliosi di divertirsi dopo la meritata pergamena. Eppure giusto una settimana fa ai “Muri” ci sono state rapine e aggressioni, con due giovani finiti all’ospedale. «Non sapevo nulla dei casi della settimana scorsa, ma gli episodi di violenza puoi trovarli ovunque, a Torino. Anzi, credo che a volte piazza Santa Giulia sia peggio dei Murazzi», sostiene Federico, che è in compagnia di due amiche fuori dai Magazzini e nel weekend mette in piedi il banco al Balon di Borgo Dora.

Ma una ragazza, da sola, andrebbe in giro di notte ai Murazzi? Federica e Annalisa sorseggiano un drink al Soho, piazza Vittorio. E loro no, senza la compagnia non ci andrebbero mai. «Ci andrei solo col fidanzato, in passato mi è capitato di trovarmi davanti ragazzi ubriachi che mi infastidivano. Ed è successo anche alle mie amiche», racconta Federica. Annalisa taglia corto: «Io evito di frequentarli. Non ci andrei nemmeno accompagnata». Carola, 23 anni, conosceva bene Mauro Glorioso, lo sfortunato studente di Medicina finito in coma a causa di una bici lanciata proprio sotto quelle arcate: «Io e Mauro siamo compagni di università, a Medicina. Da quando ho saputo cosa gli è successo, non riesco più a vedere i Murazzi con gli stessi occhi di prima. Ancora oggi quando ci penso sono sconvolta, penso che poteva succedere a me». Diletta, anche lei 23 anni, da Venaria, i Murazzi li frequenta «ma mai da sola. Pian piano ho imparato a conoscere i locali. Cerco di evitare quelli dove ci sono troppi ragazzini che ti infastidiscono, e curo anche l’abbigliamento, evitando ad esempio alcuni vestiti». Quindi meglio i jeans che la minigonna, per scendere lungo le rive del Po.

Intanto, i muretti iniziano a popolarsi di ragazzini. Nella zona, controlli non ce ne sono. Niente polizia o carabinieri, solo un’ambulanza per gli alcol-test. All’improvviso, sul tendone del The Beach rimbalza una bottiglia di birra, che poi finisce in terra. Chi l’avrà lanciata? Il buttafuori la raccoglie e intima: «Ragazzi, spostatevi da qui». Ed ecco che la mente correre subito a quella notte del 21 gennaio, alla bici lanciata dalla balaustra che colpì Mauro Glorioso. Non tutti ai “Muri” conoscono la sua storia. David, 25enne studente Erasmus, arriva dal Portogallo: «Non ne so niente - racconta in un italiano stentato -. Paura? Anche a Lisbona ci sono posti così. Io la sera esco e non penso che possa succedermi qualcosa, ma è brutto sapere che è capitato a un ragazzo così giovane».

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