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L'incidente

Bimbo travolto davanti a scuola: "Ora basta, dateci un semaforo"

Rabbia in corso Casale: "Prima o poi ci scappa il morto"

Bimbo travolto davanti a scuola: "Ora basta, dateci un semaforo"

Gli appelli non sono serviti. Alle richieste di mettere un semaforo (almeno a chiamata), visto che le auto sfrecciano e nessuno si ferma neanche se ci sono le strisce è stato sempre risposto “picche”. Spiegando che qui - in questo tratto di corso Casale tra Sassi e corso Chieri - non sarebbe garantita la corsa delle ambulanze in sirena. Ieri, poco dopo le 14, l’ambulanza è arrivata. Per soccorrere un bambino che proprio su quelle strisce all’altezza del civico 246 è stato investito da un’Audi grigio scuro che procedeva verso il centro città. Il piccolo, a quanto pare, se l’è cavata con un trauma alla gamba.

Ma adesso si accende la polemica, dato che - oltre a tutti coloro che attraversano la strada qui per raggiungere il parco Colonnetti - ci sono anche gli alunni di una scuola e gli ospiti di una comunità. «Prima o poi ci scappa il morto - dice un’anziana che porta a spasso il cane con il nipotino -, perché le auto vanno a folle velocità e nove su dieci, quando vedono un pedone, non rallentano neppure».

Ma non solo. «La cosa più pericolosa - le fa eco una giovane mamma - è che quando c’è una fila di auto e la prima si ferma, sovente accade che quelli dietro, magari al telefonino, se ne accorgano solo alla fine». L’anno scorso, prosegue, «la prima è stata tamponata e ha colpito un cane portato al guinzaglio». Sarebbero diverse, a quanto si dice al parco, le segnalazioni mandate in Comune e Circoscrizione per chiedere di mettere un semaforo a chiamata, o quantomeno dei dossi. Per ora la Circoscrizione ha fatto ridipingere le strisce che erano diventate invisibili e il semaforo lampeggiante, che l’anno scorso funzionava a singhiozzo, adesso lampeggia. «Ma non basta - ritiene la gente del quartiere - devono mettere un semaforo. Altrimenti, prima o poi, vedremo un bel mazzo di fiori attaccato a quel palo. E nessuno potrà dire che non sapeva».

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