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Il borghese
21 Ottobre 2023 - 06:07
Nella foto, i soccorsi al bambino investito nello stesso punto dieci giorni fa
Nessuno pagherà, perché in Italia funziona così. Perché il non fare, per i burocrati, talvolta è meglio che agire. E l’inerzia non prevede firme che possano ricondurre a un nome e a un cognome. Ma almeno un po’ di tormento ci auguriamo che qualcuno adesso lo possa provare, trovando magari il coraggio - anche questo merce rara nel nostro Paese - di chiedere scusa. Perché il dramma che si è consumato ieri sull’asfalto bagnato di corso Casale 246 si poteva e si doveva evitare. Perché tutti gli uffici competenti, in Comune e in Circoscrizione, sapevano del pericolo. Ma nessuno, nonostante i tanti appelli sui giornali, le mail scritte alle istituzioni, una mozione approvata dal consiglio comunale esattamente un anno fa, ha fatto niente.
Qui sotto il nostro articolo di 10 giorni fa
E allora adesso ci troviamo qui, con il cuore straziato e le lacrime agli occhi, mentre scorrono le foto che Emilia Maidaska aveva postato su Facebook. Lei che era scappata dalle bombe di Odessa e qui a Torino, ospite di una comunità, aveva iniziato a costruirsi una vita lontano dalla guerra. Immersa nel mondo dell’arte e innamorata di quella scuola in cui ieri mattina i compagni l’hanno attesa invano. Emilia, ieri mattina, è morta. A 16 anni. Falciata da un’auto sulle strisce, nello stesso punto in cui il 10 ottobre era stato travolto un altro bambino.
E allora tornano in mente le parole raccolte due settimane fa nel quartiere, riportate in prima pagina in un titolo su questo giornale. «Prima o poi qui ci scappa il morto». E adesso sotto quel semaforo lampeggiante che serve a niente e fino a qualche tempo fa non funzionava neppure, accanto a quelle strisce che per mesi sono state invisibili, c’è un mazzo di fiori. L’hanno messo i genitori dei bambini che frequentano la scuola di fronte. Gli stessi che hanno chiesto in più occasioni di mettere un semaforo, un dosso, qualunque cosa potesse servire a far rallentare le auto che anche ieri pomeriggio sfrecciavano, senza neanche rallentare, neppure alla vista di un gruppo di bambini che stava per attraversare. Emilia su quella strada maledetta avrebbe potuto essere uno qualsiasi dei nostri figli.
Qui sotto il video che dimostra cosa accade in corso Casale
E sapere adesso che lunedì si parlerà anche di questo in consiglio comunale, da un lato rassicura perché probabilmente qualcosa verrà fatto. Ma dall’altro fa incazzare. Perché su quelle stesse sedie comode di pregiato velluto rosso, dell’attraversamento pedonale di corso Casale 246 si parlò a settembre del 2022. Quando Pierlucio Firrao, vicecapogruppo di Torino Bellissima, dopo aver sollevato il caso alla Circoscrizione 7 (la risposta fu “si demanda al servizio mobilità e viabilità della città la predisposizione di segnaletica adeguata per consentire l’attraversamento in sicurezza dei pedoni”), presentò una mozione che evidenziava i pericoli, vista la presenza di una scuola e di una casa famiglia, e impegnava il sindaco e l’assessore competente affinché si adottassero «provvedimenti che consentano l’attraversamento in sicurezza da parte dei pedoni». Prevedendo «eventualmente un semaforo fisso per il passaggio a chiamata o attivo negli orari di maggiore affluenza». La mozione è stata approvata il 17 ottobre 2022. Esattamente un anno fa. Ma poi si è fatto nulla. E sale la bile se si mettono in fila tutte le richieste di verifica ufficiali del consigliere. Almeno tre, dal 22 febbraio in avanti. A marzo, in Commissione, il direttore del Servizio Mobilità e Viabilità rispose a Firrao che quel semaforo era «già calendarizzato, per quel progetto ci sono i soldi». «Settemila euro», ha saputo il consigliere. Il prezzo di una vita spezzata a 16 anni. Che evidentemente ha fatto cambiare idea agli uffici, visto che ieri sera, con una nota, spiegavano che un semaforo lì non serve. Forse, qualcuno dovrebbe uscire dalle dorate stanze e fare due passi a piedi. Magari provando ad attraversare.
Di seguito la nota dell'ufficio tecnico del Comune: "L'attraversamento dove si è verificato l'incidente si trova tra due diversi impianti semaforici posizionati in piazza Pasini, distante 260 metri andando verso nord, e piazzale Marco Aurelio, 230 metri andando verso sud. La presenza dell'attraversamento è segnalata, oltre che da strisce pedonali ben visibili, da segnaletica dedicata e apposita illuminazione. Inoltre, nei pressi dell'attraversamento pedonale - con ordinanza 84999/2016 del 16 dicembre 2016 - era stata disposta l'istituzione del limite di velocità di 30 km/ora per un tratto di circa 100 metri nei pressi dell'attraversamento pedonale e la posa di bande ottiche di rallentamento. Altri dispositivi di rallentamento della velocità non possono essere impiegati su quel tipo di strade, come appunto è corso Casale, che costituiscono itinerari preferenziali dei veicoli normalmente impiegati per servizi di soccorso o di pronto intervento.(art. 42 C.s.)”
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