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la maxi-truffa

Falso trading online, sequestrato sito a Torino: migliaia le vittime

I cyber-criminali raccoglievano i dati dei torinesi per poi truffarli

Il sito usato dai criminali per le truffe

Il sito usato dai criminali per le truffe

Centinaia di migliaia di ignare vittime truffate, grazie a banner costruiti ad arte che richiamavano, ovviamente illegalmente, colossi come Amazon o altre grandi società. Ma una volta che gli utenti inserivano i loro dati, cadevano nella rete del falso trading. E così la polizia postale, nello specifico gli investigatori specializzati del Centro operativo sicurezza cibernetica, al termine di approfondite indagini hanno sequestrato un sito web su cui erano stati raccolti centinaia di migliaia di contatti di utenti di internet. 

FALSO TRADING: LA TRUFFA

La tecnica impiegata dai cyber-criminali consisteva nel costruire ad arte dei banner che richiamavano in modo altisonante ma illecito i nomi di società prestigiose, per convincere le vittime a cliccare e inserire i propri dati. Tuttavia, una volta compilati i form, partiva la truffa: i dati personali degli ignari utenti venivano infatti trasmessi a società che, servendosi di centralini telefonici, effettuavano le chiamate ingannevoli; i broker “d’assalto” avevano quindi il compito di rappresentare alle vittime dei piani di investimento “sicuri”, spesso nel settore tecnologico o delle criptovalute, in grado di far conseguire all’investitore profitti esorbitanti in tempi rapidissimi.

Gli indagati avevano fatto sistematico ricorso anche a messaggi su WhatsApp costruiti con testi verosimili, inviati a quanti avevano in buona fede inserito il proprio numero di telefono all’interno dei form. Ecco un esempio di messaggio rilevato nelle attività d’indagine: “AMAZON è cresciuta del 49% nel 2021! Investi 200€ e guadagna uno stipendio extra! Clicca qui {shortlink} per essere ricontattato”. Numerose le false chat WhatsApp che gli investigatori hanno trovato sul sito poi sequestrato. Si tratta di screenshot artefatti di interlocuzioni mai avvenute tra i broker e gli investitori di fantasia, in cui veniva avvalorata la sicurezza delle operazioni e la facilità dei guadagni. 

L’operazione, svolta sotto la direzione della Procura della Repubblica di Torino, è il risultato di uno studio tecnico mirato delle pagine web sospette e della concatenazione tra queste e le società coinvolte nel riciclaggio del denaro provento delle truffe; centinaia le transazioni economiche analizzate ed enorme il flusso di dati telematici esaminato per comprendere che i dati venivano aggregati in pacchetti “ready to use” a disposizione delle società truffaldine. Gli indagati dovranno ora rispondere di abusivismo finanziario e truffa aggravata. 

L’indagine colpisce uno dei fenomeni economico-criminali più esteso degli ultimi anni, che ha portato migliaia di investitori a perdere tutti i propri risparmi nell’illusione di poter rivoluzionare la propria vita in poche mosse sul web. Dietro queste storie tuttavia si celano gli inganni insidiosi di truffatori senza scrupoli che continuano a ricontattare le vittime anche dopo mesi, persuadendole ogni volta ad effettuare i versamenti “vincenti”. Basti pensare che nel Torinese - fino al primo ottobre di quest'anno - sono stati rilevati 166 casi con un danno di 5 milioni di euro circa per i risparmiatori. 

I CONSIGLI PER EVITARE LE TRUFFE

Forte è l’impegno della Polizia Postale di carattere preventivo, anche tramite convegni e interventi di carattere divulgativo per il pubblico. I consigli per evitare le frodi sono:

• Prestare massima attenzione a guadagni aleatori troppo sproporzionati da quelli praticati dagli istituti di credito in circolazione;

• Non condividere mai (per nessun motivo) informazioni personali via telefono né consegnare password e dati di accesso a terze persone; 

• Non prendere mai in considerazione o accettare passivamente l’installazione di software che consentano di controllare da remoto il nostro PC su richiesta di terzi: è come offrire le nostre chiavi di casa al ladro;

• Consultare sempre i siti della Consob e della Banca d’Italia per essere sicuri di rivolgersi ad intermediari autorizzati;

• Consultare la sezione "Warning and publications for investors" dell'ESMA (la CONSOB europea) sul sito www.esma.europa.eu; 

• Consultare, attraverso i motori di ricerca sul web, le recensioni riferite alle società di trading;

• Non investire ulteriori somme di denaro per sbloccare le somme già versate.

Non esiste, infatti, una fiducia tanto grande da poter cedere i dati bancari e l’accesso ai dispositivi home banking, a persone mai conosciute di persona.

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