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Stellantis ai fornitori: andate in Asia. E in fabbrica, cassa integrazione a Natale

Le strategie segrete di Carlos Tavares e il ruolo chiave dello Stato francese

Stellantis ai fornitori: andate in Asia. E in fabbrica, cassa integrazione a Natale

Pochi giorni fa Stellantis ha premiato i suoi migliori fornitori, con i riconoscimenti "Supplier of the year" andati a sedici imprese globali del Gruppo. Ma nello stesso tempo ha comunicato ad alcuni di questi di dirottare parte della produzione destinata all'Italia verso le piazze asiatiche, ossia verso Paesi low cost. Una delocalizzazione per procura, che fa il paio con quanto già chiesto - intimato - nei mesi scorsi da Carlos Tavares ai fornitori della componentistica: abbassate i prezzi per farci restare competitivi

C'è da dire che così assumono un significato ben preciso le parole di Giorgio Marsiaj, presidente uscente dell'Unione Industriale di Torino, l'altro giorno all'assemblea pubblica della Confindustria torinese. Marsiaj, che di Stellantis è fornitore con la Sabelt: "Chiedo che Stellantis lasci qui almeno gli ingegneri" è la sintesi del suo appello. Come a dire: il Gruppo lasci a Torino la progettazione, la ricerca, la testa pensante.

C'è da dire che per certi versi la tendenza del Gruppo appare proprio questa, aspettando l'apertura del "Campus" di ricerca a Mirafiori, dove convergeranno le migliori professionalità a livello globale. E sempre a Mirafiori, il 23 novembre, si inaugura l'Hub del riciclo, dell'economia circolare che vuole essere un fondamento del piano industriare Dare Forward 2030. 

La grande struttura per il recupero delle parti di veicoli da reimmettere nel ciclo produttivo, però, ha di fatto già un concorrente: Stellantis ha siglato una una joint venture con la Orano, una singergia incentrata sul riciclo delle batterie dei veicoli elettrici a fine vita e materiali di recupero provenienti dalle gigafactory in Europa allargata e Nord America. La Orano, che si trova in Tunisia, è partecipata al 45,2% dallo Stato Francese, che è anche azionista di Stellantis

E l'Italia? Mancata l'occasione invocata da tanti di entrare nel capitale anche con una quota minima, l'Italia si affida agli annunci di prossimi incontri del ministro Adolfo Urso, che per il momento ha raggiunto un accordo con l'associazione dei costruttori, ma che Tavares non si cura minimamente di incontrare. Sul tavolo dovevano esserci garanzie e rassicurazioni per il famoso milione di auto da produrre in Italia, cosa che Stellantis al momento non può garantire.

Lo dimostra il caso Mirafiori, dove si è appena tornati al lavoro dopo una lunga pausa per cassa integrazione che ha coinvolto 3mila lavoratori. La 500 BEV tira molto meno del previsto e la produzione deve scendere: per dicembre si parla di 100 veicoli al giorno appena. E la prospettiva di una nuova cassa integrazione a cavallo del Natale.

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