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IL CASO

Un quadro di Picasso per Sinner: «E’ un campione, glielo regalo»

Il pittogramma proviene dalla collezione del torinese Umberto Joackim Barbera

Un Picasso per Sinner

Un Picasso per Sinner

Un Picasso per Sinner. Il giovane tennista altoatesino potrebbe avere presto tra le mani un vero tesoro: il collezionista d’arte torinese Umberto Joackim Barbera ha infatti deciso di attingere dalla sua collezione privata di capolavori e omaggiare l’astro nascente del tennis italiano con un pittogramma attribuito a Pablo Picasso. «Sinner ha vinto la Coppa Davis a Malaga, città dove il pittore ha vissuto gran parte della sua vita» ricorda Barbera. Dietro al disegno poi ci sarebbe un mistero da risolvere: l’invito a cercare un tesoro nascosto sotto un campo da tennis a Cap d’Ail, in Costa Azzurra, dove tra le rocce cresce l’aglio selvatico.


L’opera rappresenta un vaso di fiori con in cima un cerchiolino azzurro che ricorda appunto una pallina da tennis. Ma anche un po’ una testa d’aglio selvatico. Si tratta di un pittogramma, le cui interpretazioni possono essere plurime. «Dora Maar era maestra nel maneggiare l’arte del pittogramma e degli enigmi - racconta Barbera -. Conobbe Picasso nel 1936 ad Antibes e tra i due ci fu uno scambio creativo molto intenso. Sappiamo che lui fu da subito molto interessato a queste forme di espressione». Inoltre il tratto del disegno sembra rimandare ad altri bozzetti di provenienza certa dell’autore.

Il valore dell'opera
Il suo valore può essere misurato in due modi, spiega ancora l’esperto. Da un lato, c’è il valore commerciale del bene, indicato da un perito d’arte iscritto ad un Tribunale e parla di circa 300mila euro. «La perizia farebbe riferimento ai valori più recenti dati ai pittogrammi del medesimo artista che siano andati all’asta, oppure per analogia, ad altri pittogrammi presenti nei capolavori celebri come in “Guerniça”» spiega Barbera. Tuttavia, affinché la perizia legale possa essere accettata dalle case d’asta internazionali si ritiene valido il parere del Comitato di esperti nominati dalla famiglia dell’artista, in questo caso dalla figlia, Paloma Picasso. Un secondo metro di giudizio è quello che misura la ofelimità del bene, vale a dire la quantità di piacere che esso provoca nel suo possessore, in una scala che va da uno a dieci. «Si tratta di un valore del tutto personale e non valido per la proposta di vendita» precisa l’esperto. Nel caso di una donazione, infine, «vige il proverbio che “a caval donato non si guarda in bocca”» conclude Barbera e sorride. «Glielo regalo, io ne ho altri inediti».

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