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LA POLITICA

Prove di disgelo tra Pd e M5s: "Un incontro con Appendino?"

Lo Russo lascia la porta socchiusa: "Non è in calendario, ma non escludo nulla"

Lo Russo Appendino

Lo Russo Appendino

Se potesse scegliere, probabilmente non ne parlerebbe. Ma la questione di una possibile alleanza a livello regionale tra Pd e M5s si fa sempre più incombente. Lo sa bene il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. È fissato per il 4 gennaio il primo incontro ufficiale tra i due segretari dei partiti, al fine di delineare una rotta (forse comune) in vista del voto del 2024.

«Io mi siedo al tavolo con chiunque da sempre, per definizione» risponde Lo Russo a chi gli domanda se lui, a quella trattativa, avrebbe preso parte. La storia politica del primo cittadino parla chiaro: con i Cinque Stelle non corre buon sangue. Così come con l’ex sindaca Chiara Appendino, oggi numero due del Movimento guidato da Giuseppe Conte. «Un incontro con Appendino? Non è calendarizzato, ma non escludo nulla» fa sapere il sindaco.

Su possibili coalizioni poi Lo Russo tira fuori un motivetto già noto a chi è abituato a sentirlo parlare di politica: «Le alleanze si fanno sulla base di contenuti e programmi e non di astratti ragionamenti di carattere culturale o ideologico, anche perché al cittadino interessa sapere cosa pensano le amministrazioni delle cose concrete, dunque, una forza politica propone dei contenuti e intorno a quelli verifica le convergenze». Poi però sembra aprire alla possibilità di allearsi con i pentastellati: «Impostato il ragionamento in questi termini, è corretto che il Pd esplori tutte le opzioni possibili e provi a verificare tutte le possibili convergenze sulla base di una piattaforma politica-programmatica che dica con chiarezza cosa si pensa per esempio di infrastrutture, sanità, ambiente, transizione ecologica, invasi idroelettrici». In altre parole: sì alle alleanze, ma non a tutti i costi.

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