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Il caso

I pm non potevano intercettare il senatore: salta il processo

Il commento di Stefano Esposito: «Mi hanno distrutto la vita violando leggi, Costituzione e tutto il possibile»

I pm non potevano intercettare il senatore: salta il processo

Foto di Stefano Esposito dal suo profilo Facebook

E` stato annullato dalla Corte Costituzionale il rinvio a giudizio, disposto da un gup di Torino nel 2021, dell'ex senatore Stefano Esposito (Pd) nell'ambito del maxi-processo Bigliettopoli. 

E' la stessa Consulta a precisarlo nella sentenza con cui si è pronunciata sulle intercettazioni a carico dell`ex parlamentare: «Non spettava alle autorità giudiziarie che hanno sottoposto ad indagine e, successivamente, rinviato a giudizio Esposito - spiega una nota della Corte - disporre, effettuare e utilizzare intercettazioni rivolte nei confronti di un terzo imputato. In realtà erano univocamente preordinate ad accedere alla sfera di comunicazione del parlamentare, senza aver mai richiesto alcuna autorizzazione al Senato della Repubblica».

Il processo si riferisce ai rapporti di Esposito con Giulio Muttoni, ex patron della società promotrice di spettacoli Set UpLive. Nei mesi scorsi la Cassazione aveva trasferito una parte del procedimento a Roma per ragioni di competenza territoriale. A Torino, Esposito restava imputato per un solo capo d'accusa che, a quanto si ricava dalla lettura della sentenza, sarà annullato come quelli al vaglio dei giudici della capitale.

«Mi hanno distrutto la vita violando leggi, Costituzione e tutto il possibile. Magra soddisfazione». E' il primo commento con cui Esposito ha commentato la decisione della Consulta, pubblicato su X in replica a un post con cui il senatore Enrico Borghi gli tributava solidarietà. «Grazie - scrive - della tua vicinanza umana e politica».

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