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LA SANITA'

Oltre 6 ore di attesa al Pronto Soccorso: «Da oggi attivi 120 posti al Cottolengo»

Extracosti per 435 milioni in più rispetto ai costi stimanti. Copertura assicurata dall’Inail

Cirio e Icardi

Il presidente Alberto Cirio e l'assessore Icardi

È la Vigilia di Natale e alla guardia medica di Rivoli arriva un uomo. Ha 88 anni e presenta quella che in gergo medico si definisce una «una addominalgia acuta». Passano sei ore prima che l’uomo venga preso in carico da un medico. Una storia come tante, che fa parte della crisi in cui si trovano ospedali e pronto soccorso sotto le feste tra Covid e influenza e che - a più riprese - abbiamo denunciato dalle pagine del nostro giornale. «Segnaliamo che in diverse occasioni pazienti che presentavano sintomi d’allarme sono rimasti ordinariamente in coda e assegnate ore dopo» si legge nella lettera inviata dalla Federazione italiana medici di famiglia (Fimmg), sezione provinciale di Torino, subito dopo le feste.

Per far fronte all’emergenza di questi giorni sono stati allestiti 120 i posti letto al Cottolengo di Torino. Ad annunciarlo è il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio. «Lo scopo dei posti letto al Cottolengo è quello di sollevare i pronto soccorso che si trovano nell’impossibilità di far ricoverare nelle strutture ordinare» aggiunge Cirio. Triplicato anche il numero dei medici operativi a Capodanno. «Il problema dei Pronto soccorso congestionati è legato a filo doppio alla mancanza di posti letto» aggiunge il presidente.
Ed è qui che entra in gioco il nuovo piano di edilizia sanitaria della Regione, che prevede - tra le altre cose - la creazione di «centinaia di posti letto», come accenna l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi. «Dopo anni in cui non si facevano neanche più le manutenzioni, in Piemonte parte il più grande piano di edilizia sanitaria degli ultimi decenni» sottolinea Cirio in conferenza stampa. I fondi ci sono e sono «irrevocabili» gli fa eco Icardi.

Anche rispetto ai rincari per sostenere i lavori la copertura appara sicura. L’Inail infatti ha stimato 435 milioni in più rispetto ai costi stimanti inizialmente e la copertura è assicurata. In totale, il “tesoretto” del nuovo piano ospedali che prevede 11 nosocomi (tra ristrutturazioni e nuove sedi) ammonta a 4 miliardi 364 milioni di euro fanno sapere ancora dall’assessorato alla Sanità. «C’è un’inversione di tendenza» conclude Cirio. «Per troppi anni si è tagliato, oggi siamo ripartiti per ricostruire la sanita’ del Piemonte. Oggi finalmente si rimette mano al patrimonio immobiliare della sanità con soldi che abbiamo recuperato direttamente da Roma per riuscire a costruire almeno 11 nuovi ospedali nel nostro Piemonte, a fare quegli interventi di manutenzione straordinaria che sono peraltro in corso e che in questa regione mancavano da decenni».

Tra questi, l’ospedale della Pellerina di Torino, la cui gara di progettazione sarà assegnata all’inizio dell’anno, così come quello di Ivrea. È già partita invece la gara per Cambiano, affidato il progetto per l’ospedale di Savigliano e si procede spediti anche a Vercelli. Più delicata la situazione a Novara. «In Piemonte abbiamo ospedali molto vecchi - commentano ancora Cirio e Icardi -. Purtroppo in passato non si è mai pensato a costruirne di nuovi e oggi noi abbiamo voluto invece porre questa attenzione principale, perchè il Covid ci ha insegnato che bisogna investire sulla salute».

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