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LA POLITICA

Primo incontro tra Pd e 5 Stelle, ma l’alleanza in Piemonte è un miraggio

Dai mancati accordi nei Comuni del torinese allo scontro sull’ospedale della Pellerina a Torino

Incontri Pd-M5s

Incontri Pd-M5s

Ci speravano in pochi. Ma già dalle prime battute dell’incontro che si è tenuto oggi pomeriggio tra Pd e M5s, in vista delle Regionali in Piemonte, era chiaro a tutti che l’alleanza non s’ha da fare. Nessun “no” ideologico. Ma una lunga sequela di fatti, dialoghi mancati e divergenze strutturali che, sommate le une alle altre, hanno reso il quadro chiaro.

«Ho sempre sostenuto che guardare indietro non serva e si rischia di restare pietrificati, meglio guardare avanti, insieme» commenta a stretto giro il segretario dem Domenico Rossi. Lui fino alla fine ci proverà a tessere la tela dell’alleanza, ma le prospettive appaiono desolanti. Durante l’incontro che si è tenuto presso la Fondazione Amendola sono stati messi sul tavolo principalmente i problemi.

Se su Torino le contrapposizioni tra le due forze politiche appaiono inconciliabili, non si sta meglio nell’hinterland. A Rivoli come a Collegno. Anche nel Cuneese, dove il Pd ha appoggiato "l'ex staffita di Cirio", Luca Robaldo. «Abbiamo posto come prima questione quella della credibilità di un progetto comune» attacca la consigliera regionale e coordinatrice piemontese Movimento Sarah Disabato e non vede le «fondamenta» di un percorso condiviso.

«Dal 2021 a oggi abbiamo collaborato in tutti i territori per costruire alleanze progressite - prosegue Disabato - Che si sono concretizzate in moltissimi Comuni a sostegno di candidati dal Pd. Questo a dimostrare che non siamo contrari al processo, ma ci saremmo aspettati altrettanta collaborazione, che non è mai arrivata a livello territoriale». Da non dimenticare poi lo scotto pagato dai Cinque Stelle durante alcuni grandi eventi locali che hanno visto «Cirio e Lo Russo darsi man forte» denuncia ancora la consigliera. 

Insieme a lei i grillini Ivano Martinetti, consigliere regionale e coordinatore Cuneo M5s (è lui a sollevare il casus Robaldo)  e l’onorevole Antonino Iaria, ex assessore dalla giunta Appendino. «Non possiamo parlare di alleanze che siano solo la somma di voti» commenta Iaria, mentre si allontana dall’incontro alla guida del suo monopattino. «Abbiamo di fronte un Pd in fase si transizione - prosegue -. A livello nazionale vanno verso un’alleanza ad ampio raggio per essere alternativi alla destra al governo. Ma sul piano locale le cose sono ben diverse». C’è un Pd “nuovo” che spinge per aprire. «Ma il Pd cosiddetto storico fa molta fatica ad aprire un dialogo con noi» conclude Iaria. E aggiunge: «Giustamente». Lampante - e largamente annunciata - l’assenza dell’ex sindaca di Torino e oggi numero due di Giuseppe Conte, Chiara Appendino.


Il prossimo appuntamento tra Pd e M5s è fissato per il 17 gennaio, ma lo scenario appare torvo. «Non ci sottraiamo ad un ulteriore confronto sui temi, convinti che un progetto credibile, ma restiamo consapevoli delle rilevanti differenze che permangono nell’individuare strumenti e priorità per progettare il Piemonte del futuro» chiosano i Cinque Stelle.

Il Partito democratico, dal canto suo, incontrerà nei prossimi giorni la coalizione per mettere a punto i prossimi passi verso il voto. «Le priorità restano quelle che stiamo costruendo con le forze politiche della coalizione di centro-sinistra» spiega Rossi, al tavolo della trattativa insieme alla consigliera Nadia Conticelli, il capogruppo in Regione Raffaele Gallo, il coordinatore del tavolo del programma Daniele Viotti e il responsabile nazionale degli Enti Locali Davide Baruffi.

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