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il lutto
16 Gennaio 2024 - 11:07
Renato bello ricevuto dai carabinieri il giorno del suo centesimo compleanno
Torino dice addio al carabiniere-eroe, sopravvissuto ai campi di concentramento e che in guerra aveva salvato gli italiani falsificando i loro documenti. Si è spento ieri sera nel suo appartamento di via Boston, nel quartiere Santa Rita, Renato Bello, aveva 100 anni.
Classe 1923, nato a Isola di Asti, Renato Bello era arrivato al secolo di vita il 10 settembre scorso dopo un’esistenza in cui aveva visto la guerra, i morti e l’orrore dei campi di concentramento. Carabiniere, in servizio a Rodi durante la Seconda guerra mondiale, Bello aveva aiutato i soldati italiani sbandati dopo l’8 settembre spacciandoli per turchi. Salvando così moltissime vite da morte quasi certa. Ma il suo prezzo l'aveva pagato e anche caro, perché era stato deportato a Mauthausen. Sopravvissuto, Bello era tornato a casa e aveva trovato lavoro in Fiat. Riuscendo a conoscere di persona Valletta e persino l’Avvocato Agnelli, con cui parlava dei campi di concentramento e delle sofferenze che aveva patito in guerra. Sofferenze che, dopo tanti anni, aveva raccontato in un libro, “La croce angelica”, scritto da Nevio Visconti.
Al compleanno numero 100, a festeggiarlo nella sua casa di via Boston erano arrivati i carabinieri della Compagnia Mirafiori, il maggiore Matteo Defilippis e il luogotenente Dionisio Sansone. In regalo gli avevano portato la lettera scritta dal generale Teo Luzi, comandante dell’Arma, insieme allo stemma araldico. «Sono orgoglioso di vedere dei carabinieri a casa mia, solo per me - aveva detto Renato -. Quando ero bambino e vedevo passare i carabinieri per strada, facevo loro il saluto».
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