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il lutto

Torino dice addio al carabiniere-eroe che salvò gli italiani in guerra

Si è spento a 100 anni Renato Bello, sopravvissuto ai campi di concentramento

Renato bello ricevuto dai carabinieri il giorno del suo centesimo compleanno

Renato bello ricevuto dai carabinieri il giorno del suo centesimo compleanno

Torino dice addio al carabiniere-eroe, sopravvissuto ai campi di concentramento e che in guerra aveva salvato gli italiani falsificando i loro documenti. Si è spento ieri sera nel suo appartamento di via Boston, nel quartiere Santa Rita, Renato Bello, aveva 100 anni. 

Classe 1923, nato a Isola di Asti, Renato Bello era arrivato al secolo di vita il 10 settembre scorso dopo un’esistenza in cui aveva visto la guerra, i morti e l’orrore dei campi di concentramento. Carabiniere, in servizio a Rodi durante la Seconda guerra mondiale, Bello aveva aiutato i soldati italiani sbandati dopo l’8 settembre spacciandoli per turchiSalvando così moltissime vite da morte quasi certa. Ma il suo prezzo l'aveva pagato e anche caro, perché era stato deportato a Mauthausen. Sopravvissuto, Bello era tornato a casa e aveva trovato lavoro in Fiat. Riuscendo a conoscere di persona Valletta e persino l’Avvocato Agnelli, con cui parlava dei campi di concentramento e delle sofferenze che aveva patito in guerra. Sofferenze che, dopo tanti anni, aveva raccontato in un libro, “La croce angelica”, scritto da Nevio Visconti.

Al compleanno numero 100, a festeggiarlo nella sua casa di via Boston erano arrivati i carabinieri della Compagnia Mirafiori, il maggiore Matteo Defilippis e il luogotenente Dionisio Sansone. In regalo gli avevano portato la lettera scritta dal generale Teo Luzi, comandante dell’Arma, insieme allo stemma araldico. «Sono orgoglioso di vedere dei carabinieri a casa mia, solo per me - aveva detto Renato -. Quando ero bambino e vedevo passare i carabinieri per strada, facevo loro il saluto».

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