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VERSO LE REGIONALI

Ultima possibilità per Pd-M5s: 2 giorni per chiudere l’alleanza

Immutati i nodi da sciogliere, ma la discussione prosegue

Pd e 5 Stelle

L'ultimo tavolo tra Pd e 5 Stelle presso la Fondazione Amendola

«Sembra il giorno della marmotta» commenta qualcuno uscendo dopo il terzo confronto tra Pd e M5s, con in mano un pugno di mosche. Dopo ore di dibattito serrato su trasporti, sanità e ambiente, l’alleanza ancora non c’è. «Ci troveremo martedì prossimo. E sarà l’ultima volta» assicurano i segretari dei due rispettivi schieramenti, uscendo dalla Fondazione Amendola di via Tollegno.


Una nuova “fumata nera”, per scomodare un’espressione trita della politica che serve, in questo caso, per prendere tempo. I punti di divergenza appaiono immutati rispetto all’incontro di venerdì sera. E difficilmente saranno superati per martedì. Primo fra tutti, l’affaire dell’ospedale al parco della Pellerina e quel parternariato pubblico privato in sanità, inaccettabile per il Movimento Cinque Stelle.

«Abbiamo continuato la discussione sui temi che ieri non eravamo riusciti ad esaurire» spiega il segretario regionale dei dem Domenico Rossi, dalla scorsa estate impegnato nel tessere la trama di una alleanza che appare sempre più faticosa. «Abbiamo parlato di diritto allo studio, di ambiente, di trasporto e registriamo che sulle grandi questioni ci sono delle convergenze» sottolinea Rossi e Sarah Disabato, coordinatrice regionale per i Cinque Stelle, concorda. Ma permangono alcuni nodi. «Ed è su quelli stiamo facendo ancora degli approfondimenti e verifiche per capire se alla fine sono superabili o meno» assicurano.

Difficile pensare che bastino una manciata di giorni per sciogliere le questioni più spinose, ma è forte la necessità di coordinare il piano locale con uno scenario più ampio che comprende - tra le altre cose - il nodo della Basilicata e alcuni dei capoluoghi che andranno al voto nel 2024. «Chiaramente la discussione che facciamo qui non è isolata - rimarca Rossi -, ma si inserisce in un contesto di livello superiore, che non si risolve tutto attorno alla questione regionale su cui vale quello che abbiamo detto fino adesso».

Non è peregrino pensare che abbiamo un peso anche le candidature nelle città di Vercelli e Verbania, dove gli accordi sui candidati non sono ancora chiusi e che potrebbero spostare l’ago della bilancia. Importanti anche le partite sulla provincia di Cuneo. Ma i bene informati ci credono poco.

«Nessuna pressione da Roma» assicura ancora Disabato. «Noi ci rendiamo conto di aver sollevato delle questioni importanti su cui va fatto anche un ragionamento generale - aggiunge -. Quindi capiamo bene che ci possa volere tempo» aggiunge.

Lascia la sala in fretta senza commentare l’ex sindaca di Torino e oggi numero due di Giuseppe Conte, Chiara Appendino. L’idea di creare un’alleanza “anti Cirio” non sembra bastare per convincerla a scendere a patti con il Pd. La segue l’onorevole Nino Iaria. Sembra (almeno all’apparenza) più ottimista la presidente regionale del Pd Nadia Conticelli, insieme al presidente del Gruppo Pd in Regione Raffaele Gallo. Nessun commento dal responsabile nazionale Enti Locali Davide Baruffi, la cui presenza agli incontri appare comunque un segnale di attenzione a livello nazionale della questione locale.

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