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IL CASO
26 Gennaio 2024 - 07:00
In vendita Dezzutto in piazza Carlo Felice
Vendesi. Muri e Negozio. È uno spettacolo desolante quello che si osserva passeggiando lungo le vie del centro città. Un cimitero di insegne scolorite (soprattutto sotto i portici), dove una volta c’erano negozi e botteghe storiche e ora è il vuoto dietro a ogni è porta. A cominciare dal bar pasticceria Dezzutto in piazza Carlo Felice, di cui è rimasta affissa a mo’ di epitafio solo l’insegna con annesso l’anno di fondazione, 1958.
Sono 2.600 i negozi che hanno chiuso nel corso dell’ultimo decennio a Torino. A fare i conti è la senatrice di Fratelli d’Italia, Paola Ambrogio. «Il forte calo del numero di negozi storici e di vicinato è sicuramente un dato preoccupante che conferma, ancora una volta, la completa disattenzione da parte dei precedenti esecutivi sul tema» denuncia l’onorevole di casa Meloni.
Lo spopolamento appare a occhio nudo. Ha abbassato la serranda è anche la pizzeria in via XX settembre, all’angolo con il cinema Reposi, dove nel fine settimana si riversavano decine e decine di spettatori in cerca di una buona pizza.
Se da un lato, molti chiudono. Dall’altro sembra che in pochi trovino il coraggio per aprire. L’indagine dell’ufficio studi di Confesercenti Torino mostra una forte contrazione delle aperture di nuovi negozi in Piemonte negli ultimi dieci anni, che si attesta al -70%. In particolare, si è registrata una accelerazione nell’ultimo anno (-9%), segnando il bilancio annuale peggiore dal 2013 a oggi. In quell’anno le aperture furono 4.581, mentre nel 2023 sono calate a 1.380. Il Piemonte registra così una performance inferiore alla media nazionale (-54% di nuovi negozi nell’ultimo decennio e -8% nell’ultimo anno). Un primato che a Torino leggiamo chiaramente nelle tante serrande abbassate.
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