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IL CASO

Scandalo Askatasuna: legalizzare lo stabile? «Vergogna»

Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia sulle barricate. Anche i sindacati di polizia non ci stanno

Aveva tutti gli ingredienti per trasformarsi nella tempesta perfetta. E così è stato. L’avvio del percorso da parte del Comune per “legalizzare” l’immobile di corso Regina Margherita 47, occupato da quasi 30 anni dal centro sociale Askatasuna, non è passato inosservato. Neppure il tempo di finire la riunione in cui veniva approvato l’atto, che le forze di minoranza in consiglio comunale stavano già preparando una “contro delibera” per chiedere di annullarne gli effetti.

L’onorevole di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli ha fatto sapere di voler portare la questione davanti al Ministro dell’Interno. Allo stesso modo, l’assessore alla Sicurezza della Lega in Regione, Fabrizio Ricca, ha chiesto «un incontro urgente con il ministro Piantedosi per fermare questo abominio». Ciliegina sulla torta: i sindacati di polizia non hanno esitato a bollare come «vergognosa» l’iniziativa del sindaco. Di buono c’è (forse) che almeno la maggioranza di Lo Russo appare più salda che mai. Ma non è detta l’ultima parola. Pare infatti che all’interno del centro sociale coesistano due sensibilità diverse per cui, un’ala più giovane sarebbe più incline a trattare con il Comune. L’altra, meno.




Che cos'è il Regolamento per i Beni Comuni

Facciamo un passo indietro. Dopo mesi di trattative sotto banco tra alcuni esponenti di Aska e l’amministrazione, ieri la delibera per inserire lo stabile di corso Regina all’interno del Regolamento dei Beni Comuni è passato al vaglio della giunta. L’obiettivo è quello «di attivare un percorso virtuoso di amministrazione condivisa del patrimonio pubblico, che è il fondamento giuridico del Regolamento dei Beni Comuni» ha spiegato il sindaco Lo Russo, durante una conferenza stampa convocata al termine della riunione di giunta. «Ovviamente, in un quadro di legalità e non violenza» ha precisato.

Fratelli d'Italia sulle barricate
Contro «il vergognoso progetto del sindaco raccoglieremo in piazza le firme per un referendum abrogativo cittadino» annunciano il vice capogruppo di Fdi Enzo Liardo e il consigliere Ferrante De Benedictis, insieme a Montaruli. «Chiediamo ai torinesi di appellarsi con noi al Comune affinché questa scelta scellerata sia bloccata» aggiungono e lanciano una petizione on line su Change.org che, al momento di andare in stampa, aveva già raccolto centinaia firme. Proposta che non è stata apprezzata dal capogruppo Giovanni Crosetto, che lo ha bollato come un «fuga in avanti per raccattare qualche voto».
Si è detta «esterrefatta» di fronte alla decisione della giunta comunale anche l’assessore regionale al Lavoro in quota Fratelli d’Italia, Elena Chiorino. «I cittadini chiedono alle istituzioni sicurezza e rispetto della legalità» ricorda Chuorino. E ancora: «Il Pd, Lo Russo e la sua maggioranza compiono una netta scelta di campo ponendosi dalla parte dell’illegalità e della violenza» lo sfogo della senatrice meloniana Paola Ambrogio. Anche da Forza Italia non mancano le critiche. In una nota, i coordinatori Roberto Rosso e Marco Fontana definiscono la decisione «una delle pagine peggiori della storia della città».

La polizia protesta
«Lo Russo offende migliaia di poliziotti e forze dell’ordine per anni vittime di delinquenti che hanno solo avuto il piacere dello scontro senza il rispetto di qualsiasi regola democratica» attacca Luca Pantanella, Segretario Generale Provinciale Torinese del sindacato Fsp Polizia di Stato. «È la morte della giustizia sociale e il trionfo dell’illegalità» gli fa eco il Segretario Generale del SAP, Stefano Paoloni. E ancora, la Siap Torino si fa promotore di iniziative per «contrastare questa vergogna».

Cosa succede ora
Non sono ancora stati definiti i tempi dell’operazione. Il primo passaggio riguarda il rilascio «spontaneo» dell’immobile da parte degli occupanti. Seguirà un intervento tecnico relativo ai problemi strutturali e di sicurezza dell’edificio. Parallelamente, partirà il percorso di coprogettazione aperto a tutti sull’utilizzo dell’immobile. Nel futuro dello stabile (si legge in delibera) si ipotizzano iniziative culturali fedeli ai valori dell’antifascismo e dell’antirazzismo, corsi di boxe, laboratori artistici, una biblioteca e aule studio.

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