Cerca

Un tesoro da 260 milioni di euro

I gioielli nascosti dei Savoia a Bankitalia. Andranno alla principessa influencer?

Una controversia mai risolta tra la monarchia e la Repubblica, la battaglia legale per il tesoro alle battute finali

I gioielli nascosti dei Savoia a Bankitalia. Andranno alla principessa influencer?

Cosa potrebbe nascondersi nei caveau di una banca? Forse montagne di denaro, lingotti d'oro, o forse gioielli preziosi. Ma avreste mai pensato che potrebbe esserci un tesoro reale? Ebbene, nel caveau della Banca d'Italia si trova un tesoro di inestimabile valore appartenente alla famiglia Savoia. E che è al centro di una battaglia legale con lo Stato italiano. Ma vediamo nel dettaglio questa affascinante storia.

IL MISTERO DEL TESORO NASCOSTO

Il 5 giugno 1946, un cofanetto di pelle nera a tre ripiani, con fodera in velluto azzurro, è stato depositato nel caveau della Banca d'Italia. Al suo interno, la parte più preziosa del tesoro della Corona: 6.732 brillanti e almeno 2mila perle di varie misure montate su collier, orecchini, spille, cui aggiungere gli altri pezzi non catalogati e ammassati in sacchi nei sotterranei di Palazzo KochUn tesoro mai esposto al pubblico e mai restituito agli eredi di casa Savoia, nonostante le loro richieste.



Quanto può valere un tesoro simile, vi chiederete? Una stima fatta nel 2007 da Sotheby's rivelava la cifra monstre di 260 milioni di euro. Eppure, la famiglia Savoia non ha mai pensato di vendere questi gioielli; il loro desiderio era semplicemente poterli riavere in quanto beni privati, di famiglia. Tra cui il pezzo più pregiato, ossia il diadema della Regina Margherita.

LA DISPUTA MAI RISOLTA

Ma perché questi gioielli non sono mai stati restituiti? La storia è complessa e si intreccia con quella della Repubblica Italiana. Dopo il referendum del 2 giugno 1946, l'Italia diventa una Repubblica e la famiglia Savoia viene esiliata. In quel contesto, il tesoro dei Savoia viene lasciato nelle mani dello Stato italiano, più precisamente nelle mani della Banca d'Italia.

Una delle ultime persone ad avere visto quei gioielli è stato l'allora governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, quando si fece avanti la proposta di esporre quel tesoro, al pari di altre bellezze ed eccellenze d'Italia, in occasione delle Olimpiadi invernali di Torino 2006.



Da allora, i membri della famiglia Savoia hanno cercato di recuperare i loro gioielli, ma senza successo. La controversia ruota attorno alla Disposizione XIII della Costituzione - quella riguardante l'esilio e poi revocata -: per i principi è incoerente con l'articolo 42, comma 3, che vieta l'espropriazione da parte dello Stato dei beni privati.

UNA SPERANZA PER LA FAMIGLIA SAVOIA?

Eccoci arrivati al 2022. I figli di Umberto II, ossia l'ultimo re d'Italia, detto "Il re di maggio", con i loro avvocati, hanno intentato una causa civile contro la presidenza del Consiglio e il ministero dell’Economia per ottenere la restituzione del tesoro. L'udienza è fissata per il prossimo 2 ottobre.



Riusciranno finalmente a riavere i loro gioielli? Se Vittorio Emanuele era ben determinato a portare avanti questa battaglia, suo figlio Emanuele Filiberto insisterà o cercherà una "pacificazione"? Oppure, se la guida del casato passerà alla nipote, la ventenne e influencer Vittoria di Savoia, potrebbe essere il suo desiderio averli, anche solo momentaneamente, per poterli indossare in onore delle antenate?

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.