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IL COMMENTO
11 Marzo 2024 - 13:39
"Non c’è un buon motivo per non fare l’alleanza tra Pd e M5s". Non ha dubbi, neppure all'indomani della sconfitta del campo largo in Abruzzo, l'ultimo leone del Partito comunista italiano, Giorgio Ardito. "In Piemonte l'unico problema per la costruzione del campo largo è il tempo" commenta. "Siamo in ritardo, ma di certo non è un problema di contenuti. Tutti quelli messi sul campo fino a questo momento non sono motivi validi per non fare un'alleanza politica" conclude l’ultimo segretario del Partito Comunista Italiano di Torino e auspica l'arrivo di "un Papa straniero" per guidare il centrosinistra. Anche se «forse è tardi» per trovare qualcuno che vada bene per tutti.
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Classe 1942, Ardito non è certo nuovo a scontri politici interni a una coalizione. O anche tra le fila dello stesso partito. "Nel vecchio Pci su certi argomenti si presentavano anche tre o quattro posizioni diverse - racconta -. Alla fine prevaleva la posizione della maggioranza e si andava avanti compatti". Come a dire che, nè il Tav e neppure la costruzione di un nuovo ospedale al parco della Pellerina sarebbero ragioni valide per impedire il nascere di un'alleanza tra Pd e Cinque Stelle. "Assistiamo oggi a un imbarbarimento generale della politica. Una volta c’erano avversari. Anzi, usavamo la parola "concorreti". E tra concorrenti, finita la gara, il secondo stringe la mano al primo. O si torna a una cultura di quel tipo o la vedo brutta" chiosa Ardito.
Parlando poi delle elezioni in Abruzzo, sottolinea - come spesso accade all'indomani del voto - il problema dell'astensione. "La gente non vota perché non riusciamo a far comprendere il nostro programma - avvisa -. In genere quando lo scontro è molto duro, la percentuale dell'astensionismo si riduce, ma in questo caso non è andata così. Per tornare poi alle regionali in Piemonte, l'ex segretario si dice convintamente favorevole alleanza. "Non c'è alternativa" conclude.
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