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Il caso

Madre Teresa, fine della festa: dopo 7 giorni riecco i soliti bivacchi

Schiamazzi di sera e discariche al mattino: «Servono progetti più ampi»

Madre Teresa, fine della festa: dopo 7 giorni riecco i soliti bivacchi

Madre Teresa, fine della festa: dopo 7 giorni riecco i soliti bivacchi

Schiamazzi di notte, spaccio a cielo aperto, panchine e tavoli trasformati al mattino in discariche. Insomma i soliti fantasmi, rimasti nascosti per qualche ora e poi tornati alla ribalta alla prima occasione buona. E’ passata appena una settimana dall’inaugurazione (in pompa magna) del giardino Madre Teresa di Calcutta di corso Vercelli ed ecco che, puntuali, sono tornate le proteste dei cittadini del quartiere Aurora. Il taglio del nastro delle nuove aree giochi, con tanto di spazi adibiti per lo skate e il basket, non ha allontanato del tutto il degrado. Nonostante le rassicurazioni di rito della vigilia. Ma per le famiglie il problema principale è solo uno.

«Purtroppo i fruitori del giardino - racconta Roberto, un residente -, li conosciamo bene. Non mancano né i controlli da parte delle forze dell’ordine né le pulizie di Amiat, il vero nodo della questione sono le cattive frequentazioni che finiscono per tenere lontani i nonni e le mamme con i bambini».

Immancabili le fotografie e i video del bivacco notturno e del degrado lasciato alle prime luci del mattino. Eredità pesante, con i soli operatori Amiat a metterci una pezza. Ma se è pur vero che il Madre Teresa mostra effettivamente un nuovo look, dall’altro lato è innegabile che la situazione sicurezza non sia cambiata di una virgola. A battersi per un cambio di rotta sono le associazioni che usufruiscono dei nuovi spazi per attività sportive «ma appena queste alzano i tacchi, ecco ripresentarsi - specie dal pomeriggio - le solite preoccupanti facce. E di notte, con la bella stagione, torneremo a non riuscire a chiudere occhio».

Situazione in divenire destinata ad animare anche i prossimi Consigli. «Non avevo dubbi - attacca il capogruppo di Fdi della Circoscrizione 7, Patrizia Alessi -. Non basta un progetto, pur importante, a cancellare le difficoltà di un giardino che da oltre 10 anni è simbolo di spaccio, risse e accampamenti abusivi. Serve una progettazione seria e diversa da quella attuale».

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