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I dati dell'Anfia

Abbiamo perso un'auto su tre: colpa del flop dell'elettrico?

Cala la produzione industriale, la sofferenza di un settore che vale oltre 21 miliardi

Abbiamo perso un'auto su tre: colpa del flop dell'elettrico?

L'Italia è ancora il Paese dell'auto? Senza guardare ai problemi di Stellantis e alla cassa integrazione, o al calo delle vendite, in Italia nel giro di un anno abbiamo perso un'auto su tre. Un calo impressionante della produzione, proprio mentre ancora si attende l'arrivo degli incentivi annunciati dal governo. E' solo colpa del flop delle auto elettriche? Cerchiamo di capire meglio.

I dati dell'Anfia - ancora preliminari - dicono che a gennaio 2024 la produzione dell’industria automotive italiana nel suo insieme registra un calo dell’11,6% rispetto a gennaio 2023. Guardando ai singoli comparti produttivi del settore, l’indice della fabbricazione di autoveicoli registra una variazione tendenziale negativa del 13,9% a gennaio 2024 (mentre cresce dell'8,7% quello della fabbricazione di carrozzerie per autoveicoli, rimorchi e semirimorchi) e quello della fabbricazione di parti e accessori per autoveicoli e loro motori risulta in calo del 13,9%. Ma i numeri più impressionanti riguardano la produzione domestica, ossia per il mercato italiano.

Sempre secondo i dati Anfia, la produzione domestica delle sole autovetture a gennaio 2024 ammonta a 27mila unità, in flessione del 34% rispetto a gennaio 2023. Ossia un'auto su tre perduta nel giro di appena un anno. D'altra parte tutto il fatturato dell’industria in senso stretto (escluso il comparto Costruzioni) registra una variazione negativa del 6,2% a dicembre 2023, ultimo dato disponibile (-6,5% sul mercato interno e -5,7% sui mercati esteri) e chiude l’intero 2023 a -1% (-1,5% il mercato interno, mentre i mercati esteri restano sostanzialmente stabili).

Il fatturato del settore automotive nel suo complesso presenta una flessione del 17,4% a dicembre (ultimo dato disponibile), a causa di una componente interna in calo del 14,7% e di una componente estera a -21,5%.

Ma è solo colpa del flop dell'elettrico? Del fatto che i modelli BEV su cui i costruttori hanno puntato non piacciano (mentre continuano a volare le utilitarie "old" come la Panda, considerando che le immatricolazioni in Italia invece sono in aumento) o siano troppo cari? Come spiega Gianmarco Giorda, direttore generale di Anfia, "i lavori del Tavolo Sviluppo Automotive del Mimit sono in fase avanzata: fissati gli obiettivi comuni tra Governo, territori, industria e parti sociali, si tratta ora di ragionare sulle misure prioritarie e sugli strumenti che in concreto ne permetteranno la realizzazione. Uno degli ambiti d’azione riguarda il sostegno alla domanda di autoveicoli di ultima generazione e a bassissime e zero emissioni, rispetto a cui è già stata presentata una prima misura di rimodulazione degli incentivi all’acquisto. Ora sia attende il prima possibile la pubblicazione del DPCM che ne darà effettiva attuazione".

Basterà? Il sistema industriale ha bisogno anche di altri interventi indirizzati alla transizione sostenibile della filiera e al suo sviluppo occupazionale: incremento dei volumi produttivi, la competitività industriale, gli investimenti in R&S e nuove tecnologie, la riconversione delle imprese della componentistica e gli investimenti in formazione.

Per dare una idea di cosa significhi il comparto automotive in Italia, a gennaio-novembre 2023 (ultimo dato disponibile), l’export di autoveicoli dall’Italia vale 21,6 miliardi di Euro, mentre l’import vale 33,6 miliardi di euro. Gli Stati Uniti rappresentano, in valore, il primo Paese di destinazione dell’export di autoveicoli dall’Italia, con una quota del 20,3%, seguiti da Germania (18,4%) e Francia (11,8%). Nello stesso periodo, l’export della componentistica automotive vale 23,7 miliardi di euro, con un saldo positivo di 5,3 miliardi di euro. 

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