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Calcio & Giustizia
21 Marzo 2024 - 21:10
In un campo di calcio, come nella vita, ci sono decisioni che si accettano e decisioni che si contestano. Ma sulla maglia della Juve, per esempio, stava scritto "Fino alla fine", motto voluto dall'allora presidente Andrea Agnelli. Che infatti continua la sua battaglia, dopo le vicende giudiziarie ancora in corso, l'allontanamento dalla Juve e le squalifiche. Tanto da rivolgersi al TAR del Lazio.
Andrea Agnelli non ha preso bene la squalifica di 10 mesi inflittagli dalla corte federale di appello della FIGC per la cosiddetta "manovra stipendi" bianconera, anzi la considera una ingiustizia. L'ex presidente bianconero ha infatti deciso di presentare un ricorso al TAR, contestando l'inammissibilità e l'infondatezza parziale del ricorso precedentemente respinto dall'organo della giustizia sportiva.
L'azione legale intrapresa da Agnelli, come riportato dall'ANSA, è motivata dall'insoddisfazione per la sentenza che lo ha condannato all'inibizione per 10 mesi, e a un'ammenda di 40mila euro. Un prezzo che l'ex presidente della Vecchia Signora ritiene eccessivo e ingiustificato. Ma il TAR del Lazio non è nuovo a queste diatribe. Infatti si era già pronunciato in merito al ricorso presentato da Antonio Giraudo in relazione alla questione Calciopoli. Quella volta, il verdetto aveva scosso il mondo del calcio e riacceso vecchie polemiche.
E parlando di Calciopoli, Andrea Agnelli continua a masticare amaro per il fatto che, dopo anni passati a cercare di riottenere gli scudetti tolti a tavolino - quando la Juve fu mandata in serie B - e un risarcimento multimilionario, la nuova gestione del cugino - nonché maggiore azionista - John Elkann abbia visto un generale pacificamento, con l'abbandono dell'ulteriore ricorso.
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