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I GUAI DEL PD
08 Aprile 2024 - 20:59
La Sala Rossa
Curriculum, casellario giudiziario e certificato penale di tutti i candidati in lista. È il “Codice Misiani”, dal nome del commissario del Pd della Campania Antonio Misiani. Un progetto di autoregolamentazione che parte dalla Campania e ora sembra pronto a essere applicato anche in Piemonte. In realtà qualcosa di molto simile nella nostra regione già esiste dal 2008, ma riguardava in modo esclusivo Palazzo Lascaris. «Ben venga questa nuova proposta della Campania, che valuteremo anche in Piemonte nelle prossime ore, se può essere rafforzativa delle difese della nostra comunità» conferma il segretario regionale Mimmo Rossi.
Commissariamento Pd? Rossi si difende: «Ho chiesto io a Gallo un passo indietro»
«Ho sempre agito da uomo libero da qualsiasi condizionamento e animato solamente dalla consapevolezza che per costruire una società più giusta sia necessaria anche una buona politica». Così il segretario regionale del Pd piemontese Domenico Rossi, si difende delle ricostruzioni che lo vorrebbero vicino all’una piuttosto che all’altra corrente. La «mia segreteria regionale è unitaria» sottolinea. «In questi ultimi giorni ho messo in gioco prima di tutto la mia storia personale sul tema della legalità e dell’antimafia nel tentativo di tutelare la comunità che sono chiamato a guidare e gestire al meglio le conseguenze dell’operazione Echidna. Ho deferito alla commissione di garanzia Salvatore Gallo e Salvatore Sergi, per comportamenti non compatibili con l’appartenenza al Pd, ho chiesto personalmente a Raffaele Gallo un passo indietro, pur in assenza di contestazioni di natura penale, perché la politica non deve delegare tutto alla magistratura, ma può e deve fare scelte basate anche su ragioni etiche e di opportunità».
Il sindaco tace
In attesa di arrivare alla definizione di un nuovo protocollo, il dibattito sui guai del Pd è arrivato alle porte della Sala Rossa. Sono stati i Cinque Stelle a sollecitare il sindaco Stefano Lo Russo. In particolare, il capogruppo Andrea Russi chiedeva risposte in merito alle «ipotesi di corruzione elettorale riferibili alle elezioni amministrative del 2021 che avrebbero favorito l’ingresso in Sala Rossa e nelle Circoscrizioni di alcuni consiglieri». Richiesta respinta dal primo cittadino, che pure si è dilungato nel riferire all’aula lo stato di avanzamento dei dialogo con Stellantis. Una scelta, quella del primo cittadino, che ha suscitato più di qualche malumore tra le fila dei Cinque Stelle.
«Tacere in questa situazione è scandaloso» tuona la consigliera Valentina Sganga, ex candidata sindaca contro Lo Russo per il Movimento. Mentre Russi accusa il primo cittadino di mancanza di coraggio. Anche dalle fila della maggioranza si iniziano a fare dei ragionamenti sui consiglieri che - secondo le carte dell’indagine - avrebbero potuto beneficiare dei favori di Salvatore Gallò in cabina elettorale. Si tratta di Caterina Greco, Tony Ledda e Anna Maria Borasi.
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