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LA POLITICA

Scandalo Gallo, parla Tony Ledda: "Nessun imbarazzo"

Ledda è entrato in consiglio comunale con 988 voti.

Tony Ledda

Tony Ledda

«Imbarazzo? Assolutamente no. Sono tranquillissimo e fiducioso». Commenta così Tony Ledda, il consigliere comunale del Pd, il cui nome compare tra le carte dell'indagine che riguarda gli appalti sulla Torino-Bardonecchia in relazione ai rapporti con Salvatore Gallo. 


«Certo, non fa piacere vedere il proprio nome associato a un contesto di quel tipo, ma sono sicuro del mio percorso personale e del consenso raccolto sul territorio». Ledda è entrato in consiglio comunale con 988 voti. «Ero tredicesimo - racconta -. Se non avessimo vinto non sarei mai entrato». Più che con Sasà, Ledda racconta di avere un rapporto con Raffaele Gallo. «Gli ho scritto quando ho saputo del passo indietro. È un bravo ragazzo, non se lo merita».

Quanto poi al sistema delle correnti al momento sotto il microscopio, Ledda commenta: «Le correnti sono importanti, se finalizzate a portare delle idee e a dare un contribuito al dibattuto. Chiaramente se diventano altro non va più bene».

Ed proprio in relazione alla partita per sostituire Gallo come capolista che torna a farsi sentire (e sembra quasi assurdo) il peso delle correnti. Il nome ancora non c’è, ma la presidente Gianna Pentenero vorrebbe lanciare un messaggio, pescando qualcuno dal mondo delle associazioni anti mafia. In molti poi tornano a spingere per Mauro Salizzoni. «Lui è estraneo al mondo delle correnti».

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