Cerca

Il caso

Il Rebaudengo non si arrende, via alla petizione per salvare il centro educativo

Una seconda raccolta firme chiede di abbattere le barriere architettoniche

petizione per salvare il Cesm

La raccolta firme per salvare il Cesm

I cittadini del quartiere Rebaudengo non si arrendono: domenica è partita una nuova raccolta firme per salvare l'ex Cesm di via Cena 5 dall'abbandono. Si tratta di un ex centro educativo chiuso da sette anni. L’edificio, nato nel 1975 e in disuso dal 2015, è oggetto di una petizione firmata da 350 cittadini (tramite il gruppo spontaneo E/4) che ne richiedono l’utilizzo per donare alla comunità un centro di incontro, oggi assente. Ma non solo.

Le proposte di riutilizzo

Ci sono altre proposte: come quello di concedere uno dei locali alla protezione civile Unadv. Interesse maturato anche dall’associazione “1000 genitori” che al momento non ha locali fissi in via Baltea ma affitta uno spazio solo un’ora la settimana. È un’associazione che si occupa di aggregazione e inclusione rivolte a giovani con disabilità e alle loro famiglie. Spazi ne chiedono anche il gruppo artistico culturale Studio Gallery e le associazioni Caffetteria e Gruppo Sportivo. «E al momento - spiegano in coro dal gruppo spontaneo E/4 -, cercano spazi per laboratori di vita autonoma. Per questo abbiamo chiesto un incontro per avere chiarimenti sulle possibili soluzioni».

La seconda petizione

C'è poi una seconda raccolta firme in moto nel quartiere, che chiede l'abbattimento delle barriere architettoniche presenti. «Molte persone - spiegano i firmatari -, hanno difficoltà a raggiungere le vie limitrofe che collegano scuole e mercato». Sono circa 16 i punti individuati tra le vie Cena, Lega, Campobasso, Vistrorio, Oxilia e Patetta. Ma uno dei nodi è la scalinata situata all'interno di via Cena, che si collega a via Scotellaro 35/39. E del Peba (piano eliminazione barriere architettoniche), spiegano i cittadini, non c'è nessuna traccia nel Rebaudengo.

Le difficoltà

Sul caso, nel corso di un sopralluogo, si era già espressa l’assessora alle Periferia di Palazzo Civico, Carlotta Salerno spiegando che «al momento non risulta possibile riuscire a recuperare la struttura a scopo educativo». Servirebbe, infatti, un milione e 200mila euro per rimettere in sicurezza l’edificio, e trasformarlo in un centro anziani. A seguito di alcune verifiche tecniche dei solai, il cui esito non consentiva il proseguimento delle attività se non eseguendo importanti interventi, il servizio è stato riorganizzato e collocato, da settembre 2017, in corso Bramante. 

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.