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Dopo l'annuncio di Tavares
11 Aprile 2024 - 07:00
Comunque la si voglia mettere, i prossimi due anni saranno difficili per Mirafiori. Anche se la giornata di ieri ha portato notizie che sono oggettivamente buone: apre il nuovo reparto per le trasmissioni eDCT, con il piano Mirafiori Automotive Park 2030 che prende forma, finalmente, e soprattutto con l’annuncio di un restyling produttivo per la 500e, di modo che sia più economica e conveniente, per poterne vendere di più. Il guaio è che per mettere a regime la nuova linea, ha confermato Carlos Tavares, «serviranno fra i diciotto e i ventiquattro mesi». E nel frattempo?
«Se io avessi gli incentivi promessi dal governo, e che ancora non arrivano, potrei produrre da subito 20mila 500 elettriche in più, qui a Mirafiori. Ma non ci sono» dice il ceo di Stellantis, nel cuore del nuovo reparto. Un messaggio che viene interpretato come diretto al governo, perché la considerazione è che «i modelli elettrici non sono accessibili al ceto medio e gli incentivi ancora non ci sono». A stretto giro d’agenzia arrivano anche le parole del ministro Adolfo Urso, che sostiene che sia «Stellantis a dover rassicurare il governo, non il contrario. Siamo l’unico Paese con un solo grande produttore, perché dovremmo accontentarci quando ci sono altre Case pronte a produrre qui?».
La sensazione è che, in questa giornata, tutto quanto Tavares non ha detto ai tavoli interministeriali, venga fuori. Mirafiori come in quegli “scambi di ostaggi” dei bambini nelle coppie separate o in lite. Con le posizioni sedimentate: Urso insiste, come i sindacati, che serve il milione di auto prodotte, 200mila a Mirafiori. Sì, ma chi le compra? Così sembra rispondere Tavares. E poi, «ci sono molte persone che parlano con i cinesi, che sono miei concorrenti. Perché dovrei svelare i miei piani produttivi a chi parla con i miei concorrenti?».
L’annuncio, comunque, Tavares l’ha fatto. Ed è di un certo peso: «Visto che gli incentivi promessi ancora non ci sono e che i modelli elettrici non sono accessibili, abbiamo deciso di investire 100 milioni di euro per la nostra amata Fiat 500e». Investimento che servirà per dotarla di una batteria di nuova tecnologia - come quelle prodotte nel Battery Hub - che ne aumenterà l’autonomia, riducendone i costi. Anche di produzione, grazie a una piattaforma completamente nuova, la Multienergy che consentirà di produrre 15 modelli in Italia, compresa la Lancia Ypsilon che fra due anni tornerà da Saragozza (altra speranza per Mirafiori?). Dunque, nessuna ibridazione della vecchia 500 a motore termico, mentre la Panda, quella sì, continuerà a essere prodotta fino al 2030 a Pomigliano. Sull’elettrico non si fa retromarcia.
Ma Mirafiori cambia, decisamente. Perché la «visione» di Tavares è quella di una mobilità sostenibile, per affrontare i problemi del cambiamento climatico, delle energie fossili. Le nuove auto prevederanno meno lavoratori «ma avrò bisogno di più persone che facciano software, componenti, le trasmissioni».
Come quelle del reparto appena inaugurato. Che realizzerà oltre 600mila meccanismi all’anno, impiegando a regime almeno 500 persone, su una superficie di 17mila metri quadri. Solo diciotto mesi, viene sottolineato, per avviarlo ed entro fine 2024 sarà a regime. E diventano mille le persone al lavoro, considerando anche l’hub del riciclo, quasi a pieno regime, e le altre sezioni della nuova Mirafiori, in attesa del GrEEn Campus dove confluiranno ricerca, design, stile, tecnologia.
È toccato a Davide Mele, responsabile Corporate Affairs di Stellantis, parlarne. «Nonostante la nostalgia di molti per le produzioni del passato, noi siamo convinti che solo un forte cambiamento sia necessario. Affrontiamo a 360 gradi la sfida della transizione. Dalle auto più iconiche a un lavoro congiunto di offerta e incentivi all’acquisto» ha detto. Engineering e design, stile e tradizione e innovazione green: sono questi i concetti che Mele ripete, e torna il concetto del Polo del Lusso, con Maserati e Alfa Romeo, in termini di stile. «Abbiamo sviluppato il più grande centro software di Stellantis con oltre mille addetti». Oltre al polo logistico interno e la divisione Mobilisights che va dall’analisi dati, alla gestione delle flotte aziendali.
Quali saranno i numeri delle auto, però, non viene spiegato. In ogni caso, per una Fiat 500e rifatta e resa competitiva sul mercato italiano serviranno due anni, durante i quali il modello verrà anche “rinfrescato” stilisticamente. Le notizie, per i tecnici, sono buone. Ma non sono quelle che politica, sindacati e lavoratori speravano di sentire, probabilmente.
«Noi non lasciamo l’Italia, questa è casa nostra, a Torino ci sentiamo a casa nostra - insiste Tavares -. Ma chi aiuterà i cinesi a entrare in Europa, frammenterà il mercato e ci renderà più deboli. E sarà responsabile delle decisioni impopolari che dovranno essere prese. Noi non chiudiamo nessuno stabilimento, né qui né in Francia. Ma se vendo di meno, a che mi serve uno stabilimento che produca di più?».
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