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IL (NUOVO) DIVIETO

Vietato fumare anche all'aperto: ecco come reagiscono i torinesi

Cinque metri di distanza - o un consenso esplicito. "Girerò col metro da sarta in borsa"

Stop al fumo all'aperto: i torinesi divisi sulla nuova delibera del Comune.

A Torino non si fuma più all'aperto

A Torino non si fuma più all’aperto, almeno, non senza consenso. Niente più sigarette alla fermata del bus, nei dehors tra un aperitivo e una cena, ma nemmeno al mattino dopo il caffè. E neanche al parco. Una novità che sembra, però, dividere i cittadini a meno di ventiquattro ore dalla dichiarazione di guerra al fumo partita dalla Sala Rossa che, lunedì scorso,  ha approvato la norma sulla “distanza di cortesia per i fumatori”. Ovvero, per accendersi una sigaretta bisognerà allontanarsi di almeno cinque metri da altre persone, a meno che non venga loro chiesto il consenso. Già previsto il divieto di fumo in presenza di bambini o donne in gravidanza, adesso verranno applicate restrizioni ben più rigide. La sanzione amministrativa applicabile dovrebbe essere di circa 100 euro, la stessa prevista per chi si accende una sigaretta in aree gioco per i bambini.  Non solo le sigarette “classiche” saranno vietate: a loro si aggiungono sigari, pipe, tabacco riscaldato, sigarette elettroniche ed ogni prodotto a combustione.  

 C’è chi storce il naso, però, ricordando che vent’anni fa proprio le case produttrici di tabacco cominciarono a “decorare” i pacchetti di sigarette e le confezioni di tabacco con messaggi sulla nocività a riguardo del consumo e della dipendenza da nicotina. Qualche anno dopo ai messaggi testuali sono state aggiunte delle fotografie che raffiguravano polmoni danneggiati o malati terminali: immagini e parole che avrebbero dovuto dissuadere dall’acquisto i fumatori che invece si abituarono in fretta ad ignorarle. Un’indagine di un anno fa dell’Asl di Torino illustrava che nella città della Mole una persona su tre fuma: lo stesso studio aveva rivelato che il 39% dei fumatori ha fatto almeno un tentativo per smettere nell’ultimo anno. Ma come hanno reagito i torinesi alla notizia fresca del divieto di fumo in aree aperte? Virginia sta studiando al parco del Valentino. Vicino a lei non c’è nessuno: è distante oltre i 5 metri previsti dalla nuova legge. In una mano l’iPad e nell’altra una sigaretta iQos. «Sì, l’ho letto sul vostro giornale. Forse bastava invitare le persone al buonsenso, senza ricorrere ad una nuova legge. Ora quindi prima di accendermi una sigaretta dovrò andare dalle persone che mi stanno a pochi metri a chiedere il permesso? Come funziona, dovro’ portare sempre un metro da sarta in borsa?” scherza durante l’intervista. Paola e Roberta non fumano, sono due studentesse di lettere antiche. Due 22enni che scelgono di pranzare al parco per una pausa nella natura «È giusta questa delibera, mette i non fumatori nella possibilità di scegliere se respirare il fumo passivo dei tabagisti o meno» spiega Paola. Roberta invece fa riferimento alla salute, «probabile che sia un modo per prevenire anche parecchie malattie...».

IGNAZIO E ROSARIA

VIRGINIA

Poco lontano da loro una coppia di sardi sta facendo una camminata veloce. Sono Ignazio e Rosa. Lui è un ex fumatore che onestamente ammette: «Quando fumavo degli altri non mi curavo: sbagliato. Pensare che un tempo era possibile accendersi una sigaretta ovunque, dal cinema al teatro, al ristorante». Rosaria invece fuma una volta ogni tanto. La nuova legge non la toccherà molto. Sui social i commenti si dividono: c’è chi premia l’iniziativa: «Era ora!» e chi invece scuote la testa: «Pensassero prima a problemi diversi. I mozziconi in terra sono terribili, ma gli escrementi dei cani che vengono lasciati li dai padroni irresponsabili sono anche peggio».

PAOLA E ROBERTA

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