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LA POLITICA

Cirio - Pentenero: il primo confronto sulle stanze "anti aborto"

I due candidati presidente della Regione si misurano sui temi legati alla famiglia

Gianna Pentenero e Alberto Cirio

Gianna Pentenero e Alberto Cirio

Frecciatine sulla puntualità agli appuntamenti elettorali, Europa e soprattutto Legge 194. Vale a dire, diritto all’aborto. Il primo confronto diretto tra Gianna Pentenero e Alberto Cirio si è consumato sul terreno della famiglia. I due sono stati protagonisti del dibattito “Europa delle famiglie o Europa degli individui” organizzato dal Piemonte Forum delle associazioni familiari.

«Nessuno mette in discussione la 194, che prevede la libertà di scegliere da parte delle donne. Ma la norma prevede anche che una donna possa chiedere aiuto. E che lo riceva» arringa Cirio, riprendendo il filo della discussione sulle “stante anti aborto”. «Non è una caccia per far cambiare idea. Vogliamo solo salvare vite. È sbagliato? Credo di no» aggiunge. «Tante donne, soprattutto straniere, non sanno neppure che esiste la possibilità del parto in anonimato. Informarle è violate la libertà di una donna? Non credo. Stiamo rispondendo a una sua richiesta di aiuto. Per questo abbiamo inserito risorse sul Fondo Vita Nascente».

Pentenero, dal canto suo, sul palco sceglie di non parlare mai direttamente di aborto e si sofferma sul tema della dispersione scolastica. A margine dell'evento però commenta: «La legge tutela la libera scelta delle donne, ma c’è un eccesso di ricorso all’obiezione di coscienza». In prima fila i consiglieri dem e candidati alle prossime regionali Daniele Valle e Monica Canalis. Tra il pubblico anche Tommaso Varaldo, in corsa con la lista civica di Alberto Cirio. 

Al dibattito non è stata invitata la candidata dei Cinque Stelle Sarah Disabato, che pure esprime delle criticità sulla rendicontazione del Fondo Vita Nascente. «Le risorse sono gestite delle associazioni antiabortiste, senza parametri oggettivi sul reddito e sulla situazione patrimoniale, in maniera molto nebulosa - attacca Disabato -. E tra le voci che trovano copertura non ci sono solo prodotti per la prima infanzia, ma anche bollette, rate di mutui e affitti, spese condominiali, addirittura contributi fissi mensili. Ma lo scandalo vero, lo rileviamo nei passaggi delle rendicontazioni che descrivono come queste siano riuscite a interferire in alcuni casi con la libera scelta delle donne in gravidanza sul tema dell’aborto».

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