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La crisi dell'auto
22 Aprile 2024 - 12:30
"La firma di questo contratto è necessaria al fine di preservare il massimo possibile di posti di lavoro, garantire un percorso di transizione dignitoso e per la migliore tutela del reddito". Così recita la prima nota sindacale che arriva in redazione, questa mattina, a conferma di quanto TorinoCronaca aveva scritto nei giorni scorsi: dopo la cassa integrazione, la "fermata collettiva" a Mirafiori arriva anche il contratto di solidarietà per 1.200 lavoratori della linea della Fiat 500e.
La nota è firmata da Sara Rinaudo, segretario territoriale di Fismic Confsal. Parla di momento "sfidante e preoccupante". Stellantis, sempre a causa del fatto che la 500 elettrica non vende e che a breve inizieranno i lavori per adeguare le linee alla nuova versione, quella con batteria e piattaforme più moderne ed economiche, sta rallentando e "adeguando" la produzione. E dopo la cassa integrazione a rotazione, lo stop anche dell'unico turno di lavoro rimasto fino al 22 aprile, ecco che comunica ai sindacati la novità. "Comunica" e non "propone" perché alle organizzazioni dei lavoratori non resta altro che firmare, a tutela di reddito e occupazione. Ma cosa accadrà in futuro?
Per Sara Rinaudo "si dimostra sempre più urgente che il Governo intervenga con una politica industriale ad Hoc per il settore e che vengano allocati quanto prima tutti i modelli della 500 a Mirafiori”. Il riferimento è anche alla vecchia 500 termica, prima prodotta in Polonia e ora in Marocco, della hybrid che nasce a Orano in Algeria. L'idea di adeguare la Bev al motore termico, però, è stata scartata - per il momento - dal ceo Carlos Tavares che ha scelto invece l'investimento da 100 milioni di euro per rifare la Fiat 500e.
Per Rocco Cutrì, segretario generale della Fim-Cisl di Torino, Rocco Cutrí, "Al di là della condivisibile bontà dello strumento utilizzato per tutelare i redditi di lavoratori e lavoratrici, è ancora più evidente l'esigenza di una soluzione industriale che superi l'attendismo sugli incentivi all'acquisto purtroppo non ancora disponibili seppur annunciati e riannunciati più volte dal Governo". "Siamo molto preoccupati - spiega Luigi Paone, Uilm -. In questi mesi abbiamo assistito solo a chiacchiere e promesse. Se il governo non interviene rapidamente, si mette a rischio lo stabilimento di Mirafiori".
Edi Lazzi, della Fiom, commenta: "Purtroppo era nell'aria. Abbiamo firmato esclusivamente per garantire il sostegno al reddito delle maestranze. Inoltre abbiamo chiesto all'azienda di integrare la perdita salariale che subiscono le lavoratrici e i lavoratori. Bisogna fermare questo calvario, è ora di far cessare l'uso degli ammortizzatori sociali, l'unico modo è che Tavares decida di rispondere alle nostre richieste di aprire una vera trattativa per mettere nero su bianco un progetto credibile per il rilancio di Mirafiori".
Il contratto, al 20% di taglio delle ore lavorate come già avviene per i colleghi di Maserati, andrà dal 23 aprile al 4 agosto, quando per Mirafiori è prevista la tradizionale chiusura per le ferie estive. Alla ripresa, cosa accadrà?
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