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Al Salone
12 Maggio 2024 - 19:36
Caso Iovino, Fedez replica alle accuse
«Tutti parlano di un massacro, ma poco dopo è andato a ballare. Se non ci fosse il mio nome non ci sarebbe notizia». Così il rapper milanese Fedez, prima dell’incontro sulla salute mentale, all’Auditorium del Salone del Libro, ha replicato alle accuse sul presunto pestaggio del personal trainer dei vip, Cristiano Iovino.
Iovino, il presunto massacro e...
«Io non c’ero, e dalla telecamera non si vede niente», ha spiegato il rapper. «Si parla di 9 persone che hanno massacrato una persona, tutti ultras del Milan. La persona viene aggredita, arriva l’ambulanza - ha ricostruito - ma non viene portata in ospedale. Tutti parlano di un massacro, ma se questa persona non è stata portata in ospedale non c’è un referto medico e non ha denunciato, di cosa stiamo a parlare? Oltretutto poco dopo è andato a ballare a Ibiza… Se non ci fosse il mio nome in mezzo non ci sarebbe la notizia».
La Palestina
Non le ha mandate a dire, inoltre, Fedez che nel corso del pomeriggio si è schierato apertamente con la Palestina. Prima di accusare i giornali. «Da una parte ci sono i giovani che hanno delle priorità e voglia di partecipare, dall’altra la stampa che si occupa delle cazzate che fa Fedez di notte e non avete capito che a loro non gliene frega nulla. Sarebbe il caso che la stampa rivedesse le sue priorità e non giocasse a fare l’influencer». Rispondendo alla domanda di un giovane sulla disparità di trattamento tra profughi ucraini e palestinesi ha aggiunto: «Non ho nessun problema a parlare di genocidio, nessuna questione ideologica».
Capitolo centri sociali
Il rapper si è poi schierato anche con i centri sociali. «La loro chiusura - ha aggiunto -, ha fatto venir meno i luoghi di aggregazione indipendentemente dalla connotazione politica. Viviamo in un paese in cui i luoghi di aggregazione per i giovani sono completamente spariti, quindi io vorrei cercare di ridare luce a realtà che invece offrono aiuto». «Siamo sempre orientati a pensare - ha aggiunto il rapper - che questi luoghi comunichino alle fasce più deboli, mentre il loro scopo è creare una realtà il più eterogenea possibile in cui qualsiasi persona inizi a confrontarsi. Il tema è offrire un’alternativa di realtà rispetto a quello che oggi Internet può offrire. Io non sono né per demonizzare né per santificare i centri sociali, penso sia ora di smetterla con le tifoserie, di vedere tutto bianco o nero e di soffermarci un un po’ di più sulle sfumature».
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