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Dopo l'Alfa Milano

La Fiat Topolino "falso Made in Italy". E scatta il sequestro della Finanza

Indagato un manager. E Stellantis toglie la bandierina tricolore dalla piccola Dolcevita

La Fiat Topolino "falso Made in Italy". E scatta il sequestro della Finanza

La Fiat Topolino? Non è italiana e può ingannare i consumatori. E scatta il sequestro della Guardia di Finanza. E' un episodio persino paradossale quello che coinvolge la vetturetta del Gruppo Stellantis, perché in effetti a chi è che non viene in mente di abbinare, nel pensiero e nella memoria, l'immagine dell'Italia con la più classica delle piccole? E il marchio Fiat, che fin dal suo acronimo Fabbrica Italiana Automobili Torino porta una italianità incontestabile? 

Quindi, dopo le polemiche con il ministro Adolfo Urso sull'Alfa Romeo Milano, ma prodotta in Polonia (e con Stellantis che ne ha cambiato il nome in Junior, per quieto vivere), dopo le accuse di sbilanciamento filofrancese del Gruppo presieduto da John Elkann, ecco che arriva un altro imbarazzo. E coinvolge la Fiat Topolino, il quadriciclo elettrico che in questi giorni era protagonista alla Fiera Nautica in Sardegna con la sua versione Dolcevita

La Guardia di Finanza di Livorno, in collaborazione con l'Agenzia delle Dogane, mercoledì scorso ha sequestrato in porto 134 vetturette: per la precisione 119 Fiat Topolino e 15 Fiat Topolino Dolcevita. Il motivo? L'accusa è "vendita di prodotti industriali con segni mendaci", per il quale risulta indagato il procuratore della Stellantis Europa Spa. La contestazione riguarda una piccola bandiera italiana apposta tra il parafango anteriore e la portiera (o il vano vuoto, visto che la Dolcevita è una "spiaggina" in pratica, ossia senza portiere). Questa sarebbe una violazione dell'articolo 4 della Legge Finanziaria del 2004 che sanziona "l’importazione e l’esportazione ai fini di commercializzazione ovvero la commercializzazione o la commissione di atti diritti in modo non univoco alla commercializzazione di prodotti recanti false e fallaci indicazioni di provenienza o di origine". Perché, secondo i finanzieri, la bandiera è italiana, ma la vetturetta è prodotta in Marocco.

In Marocco, infatti, Stellantis ha da tempo una fabbrica dove vengono realizzate sia la Fiat Topolino sia la sua gemella Citroen Ami. E in Nordafrica il Gruppo ha avviato anche la produzione della Fiat 500, anche la versione ibrida che prima era in Polonia, e di Peugeot. E non è certo un segreto. D'altra parte, Stellantis è una multinazionale (uno degli azionisti è anche cinese) con quattordici marchi differenti e una produzione globale.

In attesa di capire come evolverà la situazione, con il probabile dissequestro, la vicenda sembra più una fonte di imbarazzo che di guai economici, anche perché finora la Topolino era arrivata in Italia senza alcun problema. Certo, colpisce che proprio alla Fiera Nautica Gabriele Galassi, Managing director in Italia di Fiat e Abarth, abbia dichiarato che la Dolcevita "incarna orgogliosamente lo spirito italiano del marchio"

Un portavoce di Stellantis ha dichiarato che "l’adesivo in questione aveva la sola finalità di indicare l’origine imprenditoriale del prodotto. Infatti, il design della nuova Topolino, che è una auto storica per Fiat sin dal 1936, è stato ideato e sviluppato a Torino da un team di professionisti del Centro Stile FIAT di Stellantis Europe S.p.A., società italiana. Peraltro, la Società sin dal momento della presentazione del nuovo modello è sempre stata chiara nel dichiarare che questo viene fabbricato in Marocco".

"Riteniamo dunque - prosegue il portavoce - di avere operato nel pieno rispetto delle norme, comunicando in modo trasparente il Paese di produzione delle Topolino, senza alcun intento decettivo nei confronti dei consumatori. In ogni caso, per risolvere ogni questione è stato deciso di intervenire sui veicoli in sequestro con la rimozione dei piccoli adesivi previa autorizzazione delle Autorità".

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