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La crisi dell'auto

Fiat, il triste compleanno di Mirafiori: ecco com'è la situazione oggi (e cosa sta per svelare Stellantis)

Dall'inaugurazione il 15 maggio 1939, ai bombardamenti fino ai 17 anni consecutivi di cassa integrazione. I dubbi dei sindacati

Il triste compleanno di Mirafiori: ecco com'è la situazione oggi (e cosa sta per svelare Stellantis)

C'è un anniversario che è passato sotto silenzio, a Torino, un compleanno importante che però non è stato festeggiato, perché il momento non è dei migliori, certo. E' quello della Fiat Mirafiori, lo stabilimento più antico - tra quelli in attività - del Gruppo Stellantis. La fabbrica simbolo dell'industria italiana negli anni d'oro e l'immagine della crisi del settore oggi, paradossalmente proprio nell'anno in cui quella che era la Fiat (oggi, appunto, solo uno dei quattordici marchi del Gruppo franco-italiano, anzi quindici visto che ormai arrivano i cinesi di Leapmotor) festeggia i suoi 125 anni.

Era il 15 maggio 1939 quando veniva inaugurato il grande, e rivoluzionario, stabilimento di Mirafiori, progettato dall'architetto Vittorio  Bonadè Bottino. La Fiat era in piena espansione, con il suo modello fordista, lo stabilimento del Lingotto non era più sufficiente. Ecco quindi la decisione di abbattere parte del galoppatoio di Mirafiori (dove andava spesso anche Susanna Agnelli) e realizzare la gigantesca fabbrica modello.

Quel giorno, all'inaugurazione venne il capo del governo, Benito Mussolini, con il senatore Giovanni Agnelli che raccomandava alle maestranze "se non volete applaudire, almeno state zitti. Guai a chi fischia". Troppo silenzio, però, non piacque a Mussolini (che peraltro con il senatore non si prendeva proprio per niente).  Gli archivi storici dicono che ci furono 50mila persone, a quella inaugurazione. 

Lo scoppio della guerra blocco la produzione automobilistica, che venne convertita in quella bellica. Nel 1943 scattò, nell'officina 19, il primo grande sciopero della storia, con 100mila lavoratori coinvolti. Ma i bombardamenti danneggiarono seriamente la fabbrica, tanto che nel Dopoguerra fu parzialmente ricostruita e ampliata. Nel 1947 iniziò la produzione della 500A e della Fiat 1100, che prima era al Lingotto.

Novantacinque anni, dunque, passati in sordina, con lo spettro di toccare il minimo storico della produzione: fino al 6 giugno, infatti, le Carrozzerie - dove si assemblano la Fiat 500e e la Abarth e le Maserati Gran Turismo e Gran Cabrio - sono ferme. Secondo alcune stime, salvo una clamorosa ripresa dopo le ferie estive, la produzione non dovrebbe superare le 40mila unità: un dimezzamento netto, rispetto all'anno scorso. Cifre vicine, come detto, ai minimi storici tra 2013 e 2016, i momenti della peggiore crisi.

Ma, parlando di ricorrenze e numeri, questo è anche il diciassettesimo anno consecutivo di ricorso alla cassa integrazione, con i lavoratori che, in questo arco di tempo, si sono dimezzati. E le uscite, soprattutto quelle incentivate riccamente dalla proprietà, continuano: si stima che siano 700 solo negli Enti Centrali. "Gli ultimi anni buoni per Mirafiori sono stati quelli tra il 2006 e il 2007, con una produzione pari a 218mila auto. Dal 2008 in avanti è iniziata la cassa integrazione" riassume Edi Lazzi, segretario regionale della Fiom di Torino. E fuori dai cancelli, dal 2008 al 2023 "hanno chiuso 500 aziende nel settore metalmeccanico nella sola provincia di Torino con 35mila addetti licenziati, tra ridimensionamento e chiusure".

"Per noi resta prioritario un nuovo modello per le Carrozzerie - spiega il segretario generale UILM Torino, Luigi Paone -.
All'azienda chiediamo chiarezza e ci auguriamo che dopo le notizie su Leapmotor parta l'investimento per la 500 ibrida a Mirafiori, che abbiamo chiesto a tutti i tavoli e durante la manifestazione del 12 aprile".

Eppure, la situazione di Mirafiori non sembra così dissimile dagli altri stabilimenti italiani, dove peraltro sono in corso ristrutturazioni e riassegnazioni di produzioni, come a Melfi e Cassino. Ma anche Atessa, proprio in questi giorni, ha annunciato cassa integrazione per 400 lavoratori. "Su Mirafiori pesa l’incognita relativa al futuro di Maserati all’interno del Gruppo Stellantis, oltre che il crollo dei volumi della 500 elettrica - ha detto il segretario della Fim Ferdinando Uliano al Sole-24Ore -. Melfi, che pure registra volumi vicini ai minimi storici, ha dalla sua l’assegnazione più ampia e in tempi stretti di nuovi modelli grazie alla piattaforma Stla Medium".

Mirafiori, invece, ha solo tre modelli, in pratica. Con la Fiat 500e che ha bisogno di un rapido aggiornamento: il ceo Carlos Tavares ha annunciato un investimento di 100 milioni di euro per dotarla di una nuova piattaforma con batteria, perché sia più economica in fase di produzione e, di conseguenza, anche sul mercato. Ed entro fine mese dovrebbe arrivare l'annuncio dell'avvio dei lavori per la realizzazione del GrEEn Campus, che riunirà progettazione, ricerca tecnologica e dovrebbe ospitare a pieno regime 10mila lavoratori (anche se i primi, a quanto si sa, arriveranno dalla Francia).

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