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LA POLITICA
24 Maggio 2024 - 07:30
Gianna Pentenero e Alberto Cirio
Una campagna elettorale così «lenta e atipica» non la si vedeva da tempo. Da un lato, centinaia di candidati con i santini in mano e, dall’altro, la paura (più che fondata) che a farla da padrone sarà ancora una volta il partito dell’astensione. Fratelli d’Italia si prepara a dominare incontrastata la scena politica del consiglio regionale del Piemonte, con una maggioranza relativa che ne condizionerà gli equilibri di governo. Resta l’incognita Torino. Ai tempi dello scontro con l’allora candidato Sergio Chiamparino, il capoluogo piemontese aveva resistito come fortino dem. Oggi il risultato potrebbe essere ben diverso. Ne abbiamo parlato con Giacomo Portas, leader dei Moderati a Torino ed esperto di campagne elettorali e sondaggi.
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Secondo le ultime proiezioni, Cirio è dato vincitore con ben il 59% delle preferenze. Pentenero, invece, è ferma al 27%. Sarah Disabato all’11. È già tutto scritto?
«Ricordiamo che i sondaggi sono fatti oggi, ma si voterà tra venti giorni. Mi sembra però chiaro che non ci sia stata quella “remuntada” auspicata del centrosinistra».
Qual è stato, secondo lei, l’errore della sinistra? La convince la scelta di candidare Gianna Pentenero?
«Credo che al di là del nome di Pentenero, ci sia un trend nazionale che vede il centrodestra fortemente in vantaggio dappertutto. È un dato che va ben oltre le capacità dei singoli candidati. Penso ad esempio che Sarah Disabato stia interpretando bene la campagna elettorale, nonostante sia lontana dai miei gusti politici».
Guardiamo allora al centrodestra. Se andrà come pronosticato dai sondaggi, ci saranno ripercussioni anche nella composizione del nuovo consiglio regionale e poi nella distribuzione degli assessorati. Quale scenario possiamo immaginare?
«Fratelli d’Italia la farà da padrona, in tutti i sensi. Nelle valutazioni dei sondaggi si parla di 14 o 16 consiglieri su 30 di maggioranza. Sarà il primo partito del Piemonte, con percentuali che vanno dal 25 al 28%».
E Forza Italia?
«Forza Italia sta rimontando, sicuramente otterrà un buon risultato. Un discorso diverso va fatto per la Lega. Cinque anni fa il Carroccio aveva portato a casa il 37,1%. Mi pare che questo risultato, da tutti i sondaggi che vedo, sia difficile da replicare. Oggi la Lega rischia di perdere dal 55 al 65% dei voti».
Resta la lista civica del presidente Cirio.
«Penso che andrà intorno al 5-6%».
Come si ripercuotono questi dati sulla spartizione degli assessorati?
«Al di là delle scelte politiche, dominerà il partito che prende più voti. Attenzione: la sommatoria di tutti i partiti della coalizione rischia di essere simile a quello di Fratelli d’Italia».
Torino. Secondo lei il capoluogo resterà feudo del centrosinistra?
«Se la giocheranno il Pd e Fdi come primo partito a Torino. Bisognerà capire se Cirio - che prenderà più voti della sommatoria dei partiti -riuscirà a vincere anche a Torino».
C’è poi il tema di astensione.
«Prevedo che ci sarà un’astensione fortissima. È chiaro che stiamo vivenvo una campagna elettorale lente e atipica, che è molto poco sentita dagli elettori stessi. Facendo una operazione di fantasia, penso che se si fosse candidato il sindaco di Torino Stefano Lo Russo contro Cirio sarebbe stata una partita ben più interessante».
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